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Bambi: se pensate che il film Disney sia traumatico, è perché non conoscete l’anime che ha ispirato

La scena della morte della madre è una passeggiata in confronto a ciò che accade in questo cruento anime ispirato al film Disney degli anni '40

Bambi: se pensate che il film Disney sia traumatico, è perché non conoscete l’anime che ha ispirato

La scena della morte della madre è una passeggiata in confronto a ciò che accade in questo cruento anime ispirato al film Disney degli anni '40

Bambi nel film Disney del 1942

Tra le scene più memorabili della storia del cinema ce n’è una che, senza dubbio, ha segnato l’infanzia di tutti noi: il momento in cui la mamma del cerbiatto Bambi viene uccisa da un cacciatore, ossia il fulcro drammatico del film d’animazione Disney del 1942.

La sequenza è nota per aver commosso moltissimi grandi registi, tra cui ad esempio Steven Spielberg. Walt Disney, infatti, optò per un espediente allora praticamente inedito, ma di fortissimo impatto sullo spettatore: la morte della mamma e la sofferenza del cucciolo protagonista vengono infatti raccontate per sottrazione, non mostrando né il cacciatore, né il cadavere, né il sangue, e facendo ampio uso del silenzio.

Senza dubbio una scena che, sia dal punto di vista emotivo/psicologico che da quello tecnico, ha segnato la storia del cinema a venire. Tra i numerosi omaggi a Bambi che sono stati realizzati nei decenni seguenti c’è però un anime che si distingue per aver raggiunto vette ancora più cruente e “traumatiche”: Chirin no suzu, o “La campanella di Chirin”.

Si tratta di un cartone giapponese del 1978, diretto da Masami Hata e prodotto da Sanrio, e come Bambi tratto da un libro, in questo caso un illustrato di Takashi Yanase, con diverse somiglianze con la storia del cerbiatto di Felix Salten. La trama ruota attorno a Chirin, un allegro agnellino che vive in una fattoria insieme alla madre e ad altre pecore. La madre gli intima di non avventurarsi fuori dalla staccionata, poiché sulle montagne circostanti vive il lupo Wolf. Per questo, gli dona una campanella da appendere al collo, in modo che possa sempre percepire dove si trova il figlio. Una notte, però, Wolf penetra nella fattoria e cerca di mangiare Chirin, il quale all’ultimo secondo viene salvato dal sacrificio della madre, che si getta tra di lui e il lupo. La scena è anche più drammatica di quella di Bambi, e più simile alla morte di Mufasa ne Il Re Leone, con l’agnellino che scopre con orrore il corpo della madre e cerca di risvegliarla, per poi comprendere che non tornerà mai più.

Ma, al contrario di Bambi, la storia non finisce qua, perché il protagonista giura vendetta e si dirige sulle montagne per uccidere il lupo. Quando si rende conto di non essere abbastanza forte, Chirin chiede a Wolf di allenarlo, pur consapevole che un giorno vorrà togliergli la vita. Nel corso di tre anni, quindi, il tenero agnellino dimentica il suo passato e diventa un killer sanguinario, che agisce in coppia con il lupo viaggiando per le montagne e uccidendo indiscriminatamente gli altri animali.

Persino il finale di questo film “per bambini” (che aveva proprio lo scopo di avvicinare i più piccoli a temi forti come la morte e la violenza) è quanto più lontano possibile da quello della favola Disney. Chirin ricorda la sua vera identità quando Wolf gli chiede di massacrare un gruppo di pecore. Si rivolta dunque contro il suo mentore e finalmente lo uccide. Tuttavia, dopo aver assistito alla scena le pecore si rifiutano di accettarlo nel gregge, non credendo possibile che una creatura tanto terrificante sia una di loro. Né pecora né lupo, il protagonista fa ritorno da solo sulle montagne, dove di lui si perdono del tutto le tracce.

Che ne pensate? Conoscevate questa assurda “versione giapponese” di Bambi?

 

Fonte: SlashFilm

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