Continuano le gioie e i dolori per Barbie: da un lato gli incredibili successi commerciali che hanno permesso al film di Greta Gerwig di superare il miliardo di dollari di incassi e alla regista di diventare la prima a riuscire (da sola) in questa impresa, dall’altro le feroci critiche, le polemiche e ora anche la mannaia della censura.
Come prevedibile, in certi Paesi del mondo la commedia rosa anti-sistema con Margot Robbie e Ryan Gosling non ha passato i severissimi criteri necessari per poter approdare nelle sale. Non sorprende per esempio che Barbie sia stato censurato in Kuwait, mentre fa più specie il “no” arrivato dal Libano.
Il Paese è infatti considerato uno dei più liberati del Medio Oriente (basti considerare che è stato il primo Paese arabo a ospitare un gay pride), ma il ministro della Cultura Mohammad Mortada nella giornata di ieri, 9 agosto, ha negato il via libera al film Warner Bros. Il motivo è presto detto: «Promuove l’omosessualità e la trasformazione sessuale. Contraddice i valori di fede e moralità» ha dichiarato, aggiungendo che in questo modo viene diminuita l’importanza della famiglia tradizionale.
Stando a quanto riportato dalla Reuters, quindi, la commissione per la censura che fa riferimento al Ministero degli Interni ha preso in mano in mano la questione e dato il suo responso negativo. Barbie sarebbe dovuto uscire in medio Oriente il 19 luglio, due giorni prima che nel resto del mondo. Viene riferito che troverà comunque spazio in altri mercati dell’area – tra cui in Arabia Saudita – a fine agosto.
Non sono rari i casi di censura da queste parti del mondo, come detto. Molti dei blockbuster Disney del recente periodo non sono usciti a causa della rappresentazione di temi LGBTQ+, come Black Panther: Wakanda Forever. Una sorte toccata di recente anche a Spider-Man: Across the Spider-Verse, bloccato in Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti per una bandiera a sostegno delle vite dei trans visibile in una delle scene.
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Foto: Warner Bros.
Fonte: Reuters
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