Ma voi, come fate? Come fate ad avere sempre ragione?
Io ho sempre paura di avere torto. Di star qui a dire una cosa idiota, a dirla male, a dirla sbagliata, a dirla falsa. Come fate, voi, che invece avete piena contezza di essere nel giusto, senza nemmeno sapere cosa voglia davvero dire “piena contezza”? Io non lo so.
Io vedo gente che parla di finanziamenti al cinema, di soldi, di cifre irreali e impossibili, di dati che non esistono nemmeno nel mondo fatato dei loro mini pony, come se fossero la verità scritta nelle tavole. E hanno ragione. E se provi a rispondere loro, ti guardano male. Un “Questo lo dice lei” non si risparmia a nessuno in Italia, figuratevi a me. E allora, ogni tanto, smetto di parlare, perché non ho voglia di litigare. Perchè G.B. Shaw lo diceva, in merito ai maiali: “Ho imparato tanto tempo fa a non fare la lotta coi maiali. Ti sporchi tutto e, soprattutto, ai maiali piace”. Punto.
Avete ragione, non è mica il mio compito quello di spiegare a fragola33 come funziona il tax credit o come alcune delle produzioni più importanti che possono o non possono essere considerate “indipendenti” siano interessatissime da una certa legge; mica posso spiegare a tutti perché distruggerebbe il cinema d’autore, un certo cinema che ha fatto e fa la fortuna della storia del cinema, non solo italiano. No, chi se ne frega, buttiamo subito tutto alle ortiche. Diamo un giudizio, diamo una sentenza e poi parliamo d’altro. Non ne parlano più, non abbiamo più molto da sbagliare. Ok, respiriamo. Vorrei solo chiedere a tutti voi di fare questo: respirare. Fermarsi e respirare. Si ossigena e si riaprono le connessioni. Si pensa di più, se si respira. Fermiamoci un attimo.
Ho comprato un altro libro, l’ennesimo: una biografia. Compro solo quelle, in questo periodo. Mi sembra che le vite vere siano più interessanti di qualunque idea possa venire in testa a uno scrittore, uno sceneggiatore. Leggo biografie e mi chiedo perché, poi, sia così difficile trasformarle in film. Trasformarle. Ho usato un termine che trovo appropriato: uno vive una vita e poi qualcuno lo aiuta a scriverla e poi in un modo o nell’altro diventa “audiovisivo”. E allora mi ritrovo anche io a dire “mi piacerebbe” e ad attaccarlo subito dopo non a un personaggio, ma a una persona. Mi piacerebbe fare Bud Spencer, per esempio. Fare quei personaggi che in realtà sono uomini o donne che ogni tanto leggo sui giornali che hanno fatto qualcosa di speciale, talmente tanto che finiscono sui giornali, appunto. Mi interessa sempre di più la vita. La vita vera. La vita che trova sempre un modo, come nel finale di Jurassic Park. Ma io non sono un dinosauro. E allora cerco di studiare sempre di più i miei colleghi bravi, e ce ne sono, che sempre più spesso si trovano a interpretare personaggi storici realmente esistiti.
A quel punto hai due possibilità: o ti riempiono di plastica in faccia e la plastica fa il suo facendoti somigliare sempre più a “Quello lì” o trovi tu il modo e la maniera, ma sarà a quel punto che “Quello lì” somiglierà a te. Mi ricordo quando Federico Baccomo, che aveva scritto Studio illegale, quando vide il film disse che Tiziano somigliava a John Belushi. Mica vero. Ero io che facevo Tiziano che somigliavo a John Belushi, di mio. E cambiò la percezione dell’autore del libro su un personaggio che lui aveva scritto e pensato. Ecco, sapete quando vi dico “Ne vale la pena”? Più o meno così.
© Shutterstock (1) Paramount Pictures, Skydance Media, H2L Media “AKA” Mutual Film Company (1) Paramount Pictures, Skydance Media, Dream Cars (2) Amazon Studios, Blackjack Films Inc., Paramount Television (2)
© RIPRODUZIONE RISERVATA