Basterebbe dare un’occhiata al logo di “ShondaLand”, la casa di produzione fondata e diretta da Shonda Rhimes, per cogliere immediatamente lo spirito dei suoi show: un grande cuore intrappolato al centro di una montagna russa, quasi a voler dire che la vita, almeno nella finzione televisiva, è frenetica e piena di sorprese come un parco dei divertimenti. A non annoiarsi mai non sono solo gli spettatori, ma anche i protagonisti stessi delle sue storie: nessuno è al sicuro quando si tratta di tenere alta la suspense e Grey’s Anatomy, giunto alla dodicesima stagione, ne è la prova lampante. Che si tratti di una sparatoria al Seattle Grace Hospital, di far precipitare un aereo oppure di uccidere uno ad uno i protagonisti principali (da George O’Malley a Mark Sloan, anche se il più compianto di tutti resta Derek Shepherd, alias Dottor Stranamore), mamma Shonda non ha pietà per i suoi personaggi.
La sua è una televisione popolare che contamina generi e linguaggi e gioca molto con i cliché della società contemporanea, di cui osserva l’evoluzione e che rilegge attraverso la lente del melodramma e della soap opera. La formula funziona e il pubblico, tra una lacrima di rabbia e una di commozione, continua a premiarla, anche se spuntano qua e là le critiche dei fan più appassionati (su Change.org c’è persino una petizione per far tornare in vita il personaggio di Patrick Dempsey). La showrunner più potente della Tv americana è felice di ascoltare quello che i suoi spettatori hanno da dire (o ridire), a patto che si ricordino che inventare storie è il suo mestiere. «Niente di tutto questo è reale, ok? Non mi scrivete le vostre pazzie» cinguetta dai social. Da quando ha incoraggiato sia i fan che gli attori di Scandal a twittare durante la messa in onda dei nuovi episodi, è riuscita persino a far alzare gli ascolti. Il canale americano ABC la adora, tanto da aver riservato ai tre show da lei prodotti un’intera serata del suo palinsesto, il giovedì, dalle 20:00 alle 23:00: a Grey’s Anatomy e Scandal si è aggiunto così il nuovo thriller giudiziario Le regole del delitto perfetto (in originale How to Get Away with Murder), il cui pilot è stato visto in America da circa 14 milioni di spettatori. Ambientata nella fittizia Middleton University di Philadelphia, la serie ideata da Peter Nowalk si concentra sulle vicende di un gruppo di studenti di legge e della loro insegnante di diritto penale, la carismatica e brillante avvocatessa Annalise Keating (la candidata all’Oscar Viola Davis), che loro assistono nei casi giudiziari. Insieme alla Olivia Pope di Scandal (interpretata da Kerry Washington), anche Annalise è una donna forte ma vulnerabile, che ricopre un incarico importante e che spesso fatica a dividere il suo ruolo pubblico dalla vita privata, al punto da confonderli. Con colpi di scena a non finire, una buona dose di sesso (specialmente gay, che funziona perché fa discutere) e una sceneggiatura che riesce a districarsi abilmente tra presente e futuro attraverso l’uso di sapienti flashforward (sin dall’inizio il pubblico viene messo al corrente che gli studenti di Annalise, a tre mesi dall’inizio della storia, commetteranno un omicidio), Le regole del delitto perfetto è stato uno dei maggiori successi dell’ultima stagione, piazzandosi al primo posto delle serie drammatiche più seguite tra le 22:00 e le 23:00 dalla fascia 18-49 anni, con una media di nove milioni di spettatori a settimana.
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