Conto alla rovescia quasi finito per vedere al cinema Berlinguer – La grande ambizione, il biopic diretto da Andrea Segre che racconta momenti politici e personali dello storico segretario del partito comunista italiano, Enrico Berlinguer. A interpretare il protagonista è Elio Germano, attore sempre più versatile e in grado di calarsi non solo in diversi personaggi, ma anche accenti. Solo nell’ultimo anno lo abbiamo sentito parlare pugliese per Palazzina Laf, siciliano per Iddu – L’ultimo padrino e ora sardo, per interpretare il sassarese Berlinguer.
Il film arriverà nelle sale giovedì 31 ottobre 2024 distribuito da Lucky Red, ma prima vogliamo condividere con voi la chiacchierata che Giorgio Viaro ha fatto con Germano, Segre e il fumettista e collaboratore di Best Movie Michele Rech aka Zerocalcare.
“Quelle persone dedicavano tempo privato al pubblico ed erano unite da una passione e un sogno, per loro fare socialismo e democrazia. È una cosa che oggi manca” ha sottolineato Segre, mentre Elio Germano ha aggiunto che “erano persone prese da quello che studiavano, non avevano una personalità pubblica e una privata. Berlinguer stesso non era famoso per abilità retorica, non aveva formazione attoriale, era spesso in difficoltà, con voce tremula, ma la forza la dava la sua funzione, ne era assorbito“.
La chiacchierata su Berlinguer – La grande ambizione
Berlinguer – La grande ambizione è stato presentato in concorso alla 19° Festa del Cinema di Roma: QUI potete leggere la nostra recensione, mentre QUI le dichiarazioni degli interpreti in conferenza stampa.
Di seguito, la sinossi ufficiale:
Quando una via sembra a tutti impossibile, è necessario fermarsi? Non l’ha fatto Enrico Berlinguer, segretario negli anni Settanta del più importante partito comunista del mondo occidentale, con oltre un milione settecentomila iscritti e più di dodici milioni di elettori, uniti dalla grande ambizione di realizzare il socialismo nella democrazia. Sfidando i dogmi della guerra fredda e di un mondo diviso in due, Berlinguer e il PCI tentarono per cinque anni di andare al governo, aprendo a una stagione di dialogo con la Democrazia Cristiana e arrivando a un passo dal cambiare la storia. Dal 1973, quando sfuggì a Sofia a un attentato dei servizi bulgari, attraverso le campagne elettorali e i viaggi a Mosca, le copertine dei giornali di tutto il mondo e le rischiose relazioni con il potere, fino all’assassinio nel 1978 del Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro: la storia di un uomo e di un popolo per cui vita e politica, privato e collettivo, erano indissolubilmente legati.
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