Best Movie Comics & Games: il racconto integrale del talk di Matilde Gioli, Roberto Recchioni e Zerocalcare su tv e serialità
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Best Movie Comics & Games: il racconto integrale del talk di Matilde Gioli, Roberto Recchioni e Zerocalcare su tv e serialità

L'attrice, lo sceneggiatore e il fumettista hanno rivelato le loro serie preferite del momento e molto altro all'evento che celebra i 20 anni di Best Movie

Best Movie Comics & Games: il racconto integrale del talk di Matilde Gioli, Roberto Recchioni e Zerocalcare su tv e serialità

L'attrice, lo sceneggiatore e il fumettista hanno rivelato le loro serie preferite del momento e molto altro all'evento che celebra i 20 anni di Best Movie

Il mondo dell’intrattenimento audiovisivo contemporaneo è largamente dominato dalla serialità: che sia prettamente televisiva o su piattaforma, le serie sono il nuovo pane quotidiano e coinvolgono milioni e milioni di spettatori. Per parlare di questo vasto universo, il Best Movie Comics & Games – evento che celebra i 20 anni della rivista in corso a Milano nel weekend 25-26 giugno 2022 – ha portato sul palco tre pezzi da novanta: l’attrice Matilde Gioli, il “tuttofare della narrazione” Roberto Recchioni e il fumettista Zerocalcare.

Un gruppo di per sé eterogeneo per provenienza ed espressione artistica, ma è stato lo stesso curatore di Dylan Dog a identificare il tema portante che unisce ad esempio l’attrice di DOC – Nelle tue mani all’autore di Strappare Lungo i Bordi: «Non capivo perché mettere insieme quella di Zero e DOC, ma le due serie hanno tanti punti in comune: prendono un tipo di produzione all’americana, la declinano nella nostra cultura. Sono italiani ibridati con gli elementi migliori dell’altra parte. In più c’è anche l’elemento della storia: Michele coi corti di Rebibbia Quarantine, la trama di DOC… due opere che hanno fatto compagnia agli italiani in un momento complicato [quello della pandemia, ndr]».

Nel corso del panel dedicato all’attrice della serie evento (QUI il resoconto dettagliato), c’è stato quindi largo spazio per esplorare gusti e opinioni degli ospiti. A partire proprio dalla dimensione del medical drama. Per Roberto Recchioni la svolta è stata E.R: «Un elemento molto importante per la tv americana, che poi ha trovato riflesso anche in Italia. Rappresenta la corrente nuova, l’idea della rappresentazione realistica di un pronto soccorso e ha influenzato anche Grey’s Anatomy». Serie, quest’ultima, di cui è appassionatissimo lo stesso Michele Rech: «È una mia fissazione, di E.R non me ne fregava molto. Andavo in fissa con Dottor House, con Nurse Jackie. A me piace guardarli coi medici queste cose, capire se si riconoscono, se sanno indovinare prima le diagnosi, se sono dinamiche realistiche…».

Diverso il discorso per Matilde Gioli, cresciuta a “pane e Tenente Colombo” dalla sua famiglia: «Ogni domenica sera mia madre faceva la pizza, guardavamo Colombo e non fiatava nessuno. Speravo sempre si incontrasse con la Signora in Giallo». Il medical drama è però un genere prediletto già da prima di DOC – Nelle tue mani: «Volevo fare il medico. Sono anche piuttosto severa su come vengono fatte e scritte e recitate le scene mediche, ci tenevo su DOC. Ho una passione per l’anatomia, guardo video di vere operazioni».

DOC – Nelle tue mani è uscita in un momento molto particolare, quando molti spettatori hanno avuto modo di vedere o rivedere molti show lasciati magari indietro. Quali serie hanno visto i nostri 3 ospiti? Si va da Sons of Anarchy e Dark per Matilde Gioli a Scissione, Dopesick e Reservation Dogs con Zerocalcare, passando da Roberto Recchioni che ha approfittato del forzato stop sanitario per rivedere I Soprano, The Wire, ma anche serie come Yellowstone, Ted Lasso e Stranger Things.

Proprio ricollegandosi a quest’ultima serie fenomeno, il panel si è spostato su un tema quantomai attuale: la nostalgia degli anni ’80 che sembra permeare molti prodotti del nostro tempo. «Il problema – per Recchioni – è che gli anni ’80 sono l’ultimo periodo felice, hanno provato a fare nostalgia degli anni dopo ma non viene bene. I ’90 stati una meravigliosa decade per deprimersi». Parere condiviso anche da Matilde Gioli, secondo cui quella è stata un’epoca «buia e meno creativa», e da Zerocalcare – «Ho l’impressione che sono gli ultimi anni che hanno un’identità forte. Tra il 2000 e adesso fatico a trovare un’identità stilistica diversa».

Oggi lo scarto sembra più evidente quando si arriva a parlare di tv generalista “versus” piattaforme: perché sembrano prodotti così diversi? Per l’attrice, «Sono linguaggi diversi ma soprattutto a volte gli obiettivi sono diversi. A volte lo scopri quando fai il mio lavoro: ti chiedi come mai non si osi di più nella tv generalista ed è perché puntano ad alcuni spettatori». Un pubblico identificato così dallo scrittore e sceneggiatore – e ora all’esordio alla regia con Carne Fredda – Roberto Recchioni: «La tv generalista ha un largo pubblico con età alta, gli devi dare quel prodotto e non è sbagliato. In Italia il futuro è il passato, c’è un pubblico di persone anziane. C’è anche una nota positiva però: abbiamo una visione della fiction Rai, Mediaset sintetizzata magnificamente da Boris, ma se aprite un app come RaiPlay scoprite tonnellate di cose buone e ottimi attori».

L’ultima domanda dal pubblico ha toccato un tema molto forte per i tre ospiti del Best Movie Comics & Games: Matilde Gioli, Roberto Recchioni e Zerocalcare sentono addosso una certa responsabilità nel fare il loro lavoro? La star di DOC – Nelle tue mani vorrebbe essere un buon esempio e portare nuovi argomenti, ma «non ho la sensazione di averne il potere, forse quando avrò più sicurezza mi sentirò più un supereroe». Per il poliedrico scrittore, la questione è ancora più complessa: «Sei sicuro che siamo noi a dover essere d’ispirazione? Facciamo intrattenimento, al massimo cultura. Ma non ci riguarda l’ispirazione, non deve essere una nostra responsabilità. Per quello ci sono scuole, lo Stato, la famiglia».

In chiusura, Michele Rech aka Zerocalcare e la sua riflessione: «Nessuno può chiedere la responsabilità di migliorare il mondo, ma io mi sento quella di non peggiorarlo. Vorrei che chi legge un mio fumetto o guarda una mia serie mia non esca peggiore di come è entrato»

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