5 è il numero perfetto, Igort: «Il soprannome di Toni Servillo sul set era Messi»
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5 è il numero perfetto, Igort: «Il soprannome di Toni Servillo sul set era Messi»

L'autore ha parlato dell'intensità e della dedizione dell'attore napoletano al ruolo di Peppino Lo Cicero e ha regalato molti aneddoti sulla lavorazione del film

5 è il numero perfetto, Igort: «Il soprannome di Toni Servillo sul set era Messi»

L'autore ha parlato dell'intensità e della dedizione dell'attore napoletano al ruolo di Peppino Lo Cicero e ha regalato molti aneddoti sulla lavorazione del film

Igort

Secondo appuntamento del ciclo “Best Movie Talks“, le nostre dirette Facebook e Instagram con i protagonisti del cinema. 
Il nostro Giorgio Viaro questa volta ha chiacchierato con Igort, regista del film 5 è il numero perfetto (che recentemente ha fruttato un David di Donatello a Valeria Golino) nonché autore dell’omonimo graphic novel da cui il lungometraggio è tratto.

Il regista si è detto felice di apprendere la notizia della vittoria del Nastro d’Argento da parte di Toni Servillo, protagonista del suo film. «Toni ha offerto una delle migliori interpretazioni della sua carriera. Io sul set ero commosso dalla dedizione nei confronti del protagonista, che lui già aveva amato dal mio graphic novel. Per me lui è sempre stato Peppino Lo Cicero. Addirittura mi recitava a memoria parte dei testi, prima ancora che ci fosse il copione, perché se li ricordava. E anche se c’era una rosa pregevole di candidati, anche americani, è sempre stato la mia prima scelta». 

L’autore ha anche spiegato come non fosse interessato alla regia, perché la sua attività principale è sempre stata quella di autore di fumetti, e che è stato proprio Servillo a insistere con lui perché dirigesse il film. 

Igort ha anche svelato degli interessanti retroscena, come le condizioni che Servillo esige durante la lavorazione di un film: silenzio totale sul set (non a caso è il sodale preferito da Sorrentino, Ndr) e il non coinvolgimento negli incidenti di percorso che sempre avvengono durante le riprese. «In cambio mette una concentrazione e una tensione tale da avermi portato più volte alle lacrime. Tra l’altro, quando gli chiedi di fare la scena in un modo diverso, più morbida o più ruvida, ti offre una tale ricchezza di sfumature da metterti in crisi quando arrivi in sala di montaggio. Toni sul set mi ha ricordato il Michael Jordan di The Last Dance, un campione che lavora con la squadra per arrivare alla vittoria. Non a caso il suo soprannome sul set era Messi, per l’abilità di “gioco”. Dà tanto, ma chiede tanto». 

L’autore ha anche svelato che in un primo momento c’è stato anche il coinvolgimento del regista regista Takashi Miike, che però Igort non sentiva adatto al film, e che avrebbe dovuto collaborare con l’hongkongese Johnnie To come coregista.  

Rispetto alla possibilità di tornare alla regia l’autore ha detto di avere tanti progetti in cantiere a livello di scrittura e che non esclude di tornare dietro la macchina da presa perché gli è piaciuto collaborare con un team, mentre la sua attività di autore di fumetti spesso è un lavoro in solitaria. 

Rispetto ai cinecomic che imperano nell’attuale industria dell’intrattenimento, Igort ha detto che il suo film si differenzia perché ha uno stile non esagerato ed enfatizzato, e senza voice over.

Riguardo alle riprese a Napoli e all’abilità di renderla così crepuscolare e noir, Igort ha sottolineato l’atteggiamento collaborativo dei napoletani. «Napoli è la regina della tolleranza. In un’altra città ci avrebbero sparato, quando ad esempio l’aiuto regista alle 4 di notte gridava sotto casa della gente “Silenzio, si gira”». 

Il film, dopo una preview al Napoli Comicon, è stato in concorso alle Giornate degli Autori al Festival di Venezia, ma poi ha fatto il giro del mondo: Annecy, Busan, Los Angeles, Budapest… Il regista ha sottolineato le differenti reazioni in giro per il mondo. A Parigi e New York, per esempio, il pubblico rideva alle battute, mentre il pubblico orientale prendeva il film molto seriamente. 

Qui sotto potete vedere il video integrale dell’intervista di Giorgio Viaro a Igort.

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