La polemica della settimana, che ha fatto rapidamente il giro del mondo, è quella sul bacio non consensuale del Principe in Biancaneve e i Sette Nani. La notizia si è ingigantita e ha fatto gridare ad un tentativo di cancel culture, quella moderna forma di protesta ostracizzante che vorrebbe ritoccare grandi classici del passato a causa di rappresentazioni socio-culturali non in linea coi nostri tempi. Su questa specifica polemica, ha detto la sua un direttore creativo del reparto ricerca e sviluppo della Disney.
Tutto è partito da una considerazione contenuta in un articolo del SFGate (che potete leggere QUI), in cui due giornaliste hanno commentato il restyling di una storica giostra di Disneyland, quella dedicata appunto a Biancaneve e i Sette Nani. L’attrazione ha anche cambiato nome, passando da Snow White’s Scary Adventures a Snow White’s Enchanted Wish, togliendo la morte della strega e aggiungendo la scena del risveglio della protagonista. Per le autrici del pezzo che ha scatenato una polemica più grande del dovuto, il risultato è molto bello ma avrebbe anche aggiunto un problema in più. La considerazione riguarda appunto quello che viene definito “il bacio del vero amore” che il Principe dà a Biancaneve.
«Un bacio che lui dà senza il suo consenso – scrivono nel pezzo – mentre dorme, e che non può possibilmente essere del vero amore se l’altra persona non sa che sta accadendo. Non eravamo già d’accordo che il consenso nei primi film Disney è un bel problema? Che insegnare ai bambini che baciare, quando non è espressamente stabilito che entrambe le parti lo desiderano, è sbagliato?»
Tutto qui: le parole che hanno suscitato così tanto scandalo sono in realtà una riflessione su quello che in altri frangenti verrebbe definito “un buco di trama”. Il clamore mediatico attorno al pezzo è arrivato anche in Italia, ha coinvolto sfere politiche e fatto sì che i social fossero invasi da post furiosi contro la cancel culture, che in passato ha coinvolto anche una presunta censura di Via col Vento (e che invece no, è rimasto al suo posto).
Sulla vicenda si è espresso con un tweet Jim Shull, direttore creativo esecutivo dei Walt Disney Imagineering, il reparto di ricerca e sviluppo che ha fatto grande i parchi a tema del marchio. Scrive:
«Tenendo conto del fatto che i cambiamenti culturali avvengono nel corso dei decenni, va riconosciuto che nel contesto della fiaba su cui il film si basa, l’attrazione è accurata. Le persone possono ovviamente non apprezzare la storia, ma il team degli Imagineering ha fatto un lavoro spettacolare»
Il senso è chiaro: la giostra non poteva essere diversa perché è basata espressamente sul materiale da cui è tratta, che riporta quella scena. Tuttavia, questo non toglie che l’osservazione del SFGate fosse non solo legittima e soprattutto non così indignata come è sembrato dalla polemica sorta in seguito, ma potesse essere presa a pretesto per un dibattito interessante.
Foto: Walt Disney Studios
© RIPRODUZIONE RISERVATA