Mentre aspettiamo di vedere se il prossimo 22 febbraio Birdman vincerà qualche premio Oscar, il regista Alejandro González Iñárritu e il direttore della fotografia Emmanuel Lubezki ci danno qualche spiegazione in più sul significato del film.
Una delle cose più discusse è stata la decisione del regista di girare l’intero film come se si trattasse di un unico e lunghissimo piano sequenza, interrotto solo due volte, dalle cosiddette “scena della cometa” e “scena delle meduse morte”.
Ma quali sono i significati nascosti dietro queste decisioni? Lo hanno spiegato a Collider i
«Il piano sequenza unico», ci dice in regista, «È stato concepito nel momento in cui ho saputo che l’argomento del film era l’ego. Sapevo che dovevo raccontarlo visivamente e che doveva essere un’esperienza più soggettiva possibile. Dovevamo osservare il mondo dal punto di vista del protagonista, entrando dentro la sua mente. E solo così facendo era possibile tradurre tutto questo in immagini.»
Il direttore della fotografia invece ha detto: «Per essere onesto ero molto preoccupato. Non ero sicuro che si potresse raccontare la storia in questo modo. Ho capito l’importanza di esprimere le emozioni del personaggio e di immergere il pubblico nel film, ma sapevo che sarebbe stato incredibilmente difficile. Ci vuole una persona assolutamente folle come Alejandro che è un po’ ingenuo, irresponsabile, matto… ma questo è ciò che rende un artista un artista.»
Ha continuato i regista: «Noi siamo intrappolati in tempo continuo, che va in una sola direzione, ecco perché diventiamo vecchi e moriamo. Fare film e ogni forma d’arte è un modo per uscire dalla nostra esistenza dimensionale. Ecco perché ci piace»
Parlando invece delle uniche due interruzioni «La cometa è un modo per raccontare, senza dirlo, lo stato d’animo di questo personaggio. Riggan è un ragazzo in fiamme, ispirato, si sente un supereroe e una star. Ma la cosa più interessante per me è stata la parte delle meduse morte, perchè anche quelle lo rappresentano alla perfezione. Lui è esattamente così, un uomo che ora si sente come una cometa in fiamme e 30 minuti più tardi si sente come una medusa morta.»
«Ricordo quando Alejandro mi ha detto dell’immagine della cometa.» Dice il direttore della fotografia «Stavamo pensando a come inserirla nel film. Era giusto spezzare il piano sequenza? Siamo arrivati alla conclusione che sì, era meglio fare dei tagli piuttosto che fare un unico piano sequenza olimpico, solo per mostrare che ne eravamo capaci.»
Per quanto riguarda il finale invece queste sono le parole di Emmanuel Lubezki: «Amo nell’opera di Alejandro e l’ambiguità di tutte queste immagini, anche perché in America un sacco di gente si è arrabbiata. Perché non spiega? Che cosa significa la fine? Non posso dirvi quante persone vengono da me e mi chiedo è morto o no? Io semplicemnte adoro queste immagini che sono poetica pura. È un approccio alla narrazione che ti rende totalmente partecipe, e che è più importante di spiegare alla lettera le cose.»
Fonte: Collider
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