Blonde, il nuovo film Netflix di Andrew Dominik con protagonista Ana De Armas, si sta candidando prepotentemente a film più divisivo di questa seconda parte di 2022. Dopo il passaggio a Venezia 79, è arrivato sulla piattaforma e sta raccogliendo recensioni che vanno dal capolavoro ad uno dei peggiori film mai fatti.
Non è facile identificare al meglio Blonde: sulla carta è un biopic romanzato su Marilyn Monroe, ma Dominik più che la vita della star sembra aver voluto raccontare la distruzione dell’icona, le depravazioni e come è stata percepita, sfruttata (e stuprata) dal sistema del suo tempo. Scelte forti, anche visive, che stanno accendendo il dibattito.
Per Manohla Dargis, critica del New York Times, è un sollievo che «lei non debba soffrire per le volgarità di Blonde, l’ultimo intrattenimento necrofilo a sfruttarla». Un altro dei commenti che stanno girando in rete (QUI) afferma che Blonde è «sinceramente uno dei film più detestabili che abbia mai visto. Un atto di crudeltà auto-indulgente di un regista profondamente disinteressato».
Un altro utente (QUI) ha scritto: «Blonde mette Norma/Marilyn in una scatola che le permette solo di essere abusata, sessualizzata, o di chiamare papino le persone. È molto strano. Magari smettiamola di far fare a uomini misogini film di questo tipo sulle donne – delle quali non sanno nulla». E ancora (QUI): «Uno dei film biografici più irrispettosi, sgradevoli e inventati che abbia mai visto. Marilyn non era debole, ha difeso i diritti civili, i diritti delle donne alla parità di retribuzione, non ha mai voluto essere trattata come uno scherzo o un oggetto sessuale… hanno fatto tutto quanto sopra».
Nel film di Dominik, per la verità, molti di questi aspetti vengono affrontati, ma la Marilyn rappresentata non è indubbiamente quella “vera”, ma il frutto della percezione e del mito che di lei sono rimasti. Un altro critico (QUI) afferma ancora: «Blonde di Netflix ha trasformato Marilyn Monroe in un avatar di sofferenza, si sofferma sul suo dolore così ossessivamente che anche i fugaci momenti di empatia del film vengono percepiti come un’altra forma di sfruttamento».
Nella nostra recensione da Venezia, lo abbiamo giudicato una meditazione onirica e intima su Marilyn Monroe, un film che punta a mostrare il conflitto tra la carne e lo spirito della dea dell’amore divenuta icona senza tempo, sulla ragazza mai sopravvissuta al mito. Le immagini di Dominik in Blonde, quindi, generano un’intimità logorante e mozzafiato, e l’interpretazione sontuosa di Ana de Armas non è da meno.
Voi cosa ne pensate? Blonde vi è piaciuto oppure siete d’accordo con le feroci critiche? Fatecelo sapere nei commenti.
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Foto: Netflix
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