Ora è considerato uno dei film cult per eccellenza, ma all’epoca dell’uscita del film The Blues Brothers non sono mancate le critiche. Il motivo? Il film, e soprattutto i due personaggi creati per il Saturday Night Live, erano stati visti da qualcuno come un tentativo di due uomini bianchi di capitalizzare un genere musicale strettamente legato alla comunità afro-americana. Critiche alle quali l’attore John Belushi aveva risposto tramite un’intervista mai diffusa prima d’ora.
Riportata da Entertainment Weekly, l’intervista è stata rilasciata dal compianto attore al critico musicale Steve Bloom di Soho Weekly News, ed è stata ora riproposta nell’audiolibro documentario Blues Brothers: The Arc of Gratitude. Risale al 1979, tre anni prima della morte di John Belushi, e in questa Bloom ha citato alla star proprio quei titoli di giornali che criticavano quell’appropriazione culturale e commerciale.
«È strano, non trovi? – aveva detto Belushi – Perché dovrei fare queste cose? Le persone che mi guardano capiscono perché lo faccio, anche i membri della band. Per quanto riguarda le altre, c’è una certa quantità di gelosia coinvolta. Perché faccio quello che faccio? Prima di tutto non ha nulla a che fare con l’ego, coi soldi o il bisogno di essere amato dal pubblico. Non mi interessano queste cose».
Il co-protagonista di Blues Brothers insieme a Dan Aykroyd ha poi aggiunto: «Chi ca**o pensano che sia, queste persone? Non riesco a capire ca**o attacchino in questo modo. Quando lo fanno, attaccano la band e odio quando succede, perché così li fa sembrare degli idioti per aver fatto ciò che hanno fatto per me». Nello specifico, John Belushi sembra riferisci alla presenza di artisti neri nella band.
L’intervistatore ha poi puntualizzato che il problema sembra essere il fatto che due uomini bianchi facciano soldi sfruttando un genere musicale nato in seno alla comunità afro-americana, cosa che ha mandato ancora più su di giri la star: «Non è lo scopo dei Blues Brothers! Lo dico ufficialmente: comprate quanti più album blues che potete. Io introduco la band, cosa che non viene mai fatta, condivido il palco con tutti i membri del gruppo, cosa che non viene mai fatta. Io e Danny dividiamo tutto, diamo agli artisti parte degli album, li inserisco nel film… Ma nessuno mi crede».
Una reazione giustificata, e sarebbe bello che John Belushi sapesse che, nonostante quelle critiche, The Blues Brothers è diventato un cult della storia del cinema.
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Fonte: Entertainment Weekly
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