Bradley Cooper come Gordon Ramsay: la recensione de Il sapore del successo
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Bradley Cooper come Gordon Ramsay: la recensione de Il sapore del successo

Da domani al cinema il film di John Wells con Cooper nei panni di uno chef "particolare"

Bradley Cooper come Gordon Ramsay: la recensione de Il sapore del successo

Da domani al cinema il film di John Wells con Cooper nei panni di uno chef "particolare"

Studi recenti dimostrano che ben il 22% dei bambini italiani alla domanda “che vuoi fare da grande” risponde “lo chef”.
Non a caso in tv proliferano show a tema culinario, e lo stesso accade per i film al cinema.

Adam Jones (Bradley Cooper) ha un dono che gli ha permesso di diventare il giovanissimo chef di un ristorante parigino e di ottenere ben due stelle Michelin. Peccato però che a causa della dipendenza da alcol e droghe abbia mandato tutto all’aria e si sia ritrovato Burnt (titolo originale del film), cioè bruciato.
Dopo aver fatto ammenda – aprendo un milione di ostriche! – ed essersi ripulito, vola a Londra deciso a conquistare la terza stella. Per farlo convince una vecchia conoscenza ad affidargli la gestione del ristorante di un albergo di lusso, ricompone parte della squadra parigina e assume Helen (Sienna Miller), madre single bella forte e sola.

John Wells (I segreti di Osage Conty), anche grazie alla sceneggiatura di Steven Kinght (già autore di Locke), realizza un film a tratti impeccabile, divertente e adatto ad un pubblico molto vasto, in cui tutti gli ingranaggi sono furbescamente oliati.
Il protagonista ha un atteggiamento militaresco in linea con i più temibili chef televisivi (tralasciando l’immaginario creato da Gordon Ramsey o Cracco, il personale di cucina è detto “Brigata” non a caso), ci sono vittorie e sconfitte, odi e amori, prevedibilità mai banali e un cast che strizza l’occhio a vari mercati (oltre agli americani ritroviamo il “nostro” Riccardo Scamarcio, il francese Omar Sy e il tedesco Daniel Bruhl).
Dopo American Sniper torna la coppia Cooper – Miller, che convince più che nel film di Clint Eastwood. La Miller si dimostra più adatta a ruoli “forti” e Cooper conferma di essere credibile qualsiasi cosa faccia.

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