Breaking Dawn - Parte 1, ennesima operazione marketing o capitolo più maturo?
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Breaking Dawn – Parte 1, ennesima operazione marketing o capitolo più maturo?

Fenomeno studiato a tavolino e involontariamente comico o un nuovo episodio più elegante, femminile e maturo? La stampa si scatena e si divide sul nuovo film della Twilight Saga

Breaking Dawn – Parte 1, ennesima operazione marketing o capitolo più maturo?

Fenomeno studiato a tavolino e involontariamente comico o un nuovo episodio più elegante, femminile e maturo? La stampa si scatena e si divide sul nuovo film della Twilight Saga

Ieri ha debuttato in sala con un incasso di 1,6 milioni di euro The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 1, quarto capitolo della serie cinematografica ispirata ai romanzi bestseller di Stephenie Meyer che, vista la portata e il successo presso il grande pubblico (soprattuttto di teenager), non manca di suscitare dibattiti, discussioni e polemiche. Riportiamo di seguito gli estratti di alcuni articoli pubblicati nei giorni scorsi dalla stampa italiana che ben fotografano il quadro generale delle posizioni assunte dalla critica.

“Lo script? Involontariamente comico”

Tra questi non mancano all’appello coloro che si scagliano contro la saga, mettendone in luce l’aspetto di “fenomeno marketing” senza spessore e studiato soprattutto per solleticare gli appetiti ormonali del pubblico femminile di tutte le età. Per esempio Maurizio Acerbi, che nel suo articolo pubblicato su Il Giornale del 16 novembre 2011 “Sesso, sangue e baby mostri. Che orrore i vampiri a letto” prende in giro le mamme e le nonne fan della saga “ringalluzzite da quel pezzo di marcantonio di licantropo che risveglia in loro il ricordo del bel tempo che fu”.

E non manca di massacrare con ironia anche gli interpreti protagonisti, Kristen Stewart, Robert pattinson e Taylor Lautner, denigrando senza pietà le loro doti attoriali: “[…] trasposizioni cinematografiche, fatte uscire immancabilmente a novembre (non a caso, il mese dei morti, in perfetta sintonia cioè, con la loro recitazione) […]”.

Nessun riguardo nemmeno per lo script “involontariamente comico”: “[…] Quanto alla sceneggiatura, a qualcuno verrebbe in mente di lamentarsi di una seneggiatura che in comicità batte di anni luce gli ultimi tre cinepanettoni? Chissenefrega, insomma, se il sangue, alla esangue Bella viene somministrato in bicchieroni da fast food con cannuccia; o se il vampiro, mentre fa l’amore con Bella, dopo averla riempita involontariamente di lividi a causa della sua forza, le pratica un massaggio cardiaco senza romperle la cassa toracica? L’importante è che, dopo meno di dieci minuti, il bel Taylor Lautner, ricevuto l’invito per le nozze di Edward e Bella, si tolga la t-shirt per la rabbia restando qualche momento ad addominali nudi ben in vista, facendo così scattare l’applauso automatico in sala.”

E per spazzare via definitivamente ogni dubbio sulla natura dell'”operazione Twilight” conclude con un lapidario: “Non si tratta di cinema, ma di marketing, ottimamente sviluppato. L’importante è averlo ben chiaro”.

“E’ il capitolo più elegante, femminile e maturo”

Ma c’è anche chi ha apprezzato il film, come Francesco Alò che nel suo articolo “Bella diventa brutta per amore“, pubblicato su Il Messaggero il 16 novembre 2011, sceglie toni molto positivi: “[…] E’ il capitolo più elegante, femminile e maturo […] Il romanticismo e lo slancio ideale dei primi episodi lascia il posto alla concretezza della relazione uomo-donna. Bella ed Edward fanno l’amore, lui non la morde trasformandola in un vampiro immortale e lei rimane incinta. […]”.

Alò sottolinea anche qualche cambiamento interessante: “Il trucco cinematografico calca la mano. Per una volta è Bella Swan a fare veramente paura. Sono immagini shock per chi l’ha vista sempre solare e combattiva lungo tutti questi anni di amore sovrannaturale […].”

Concludendo con un commento addirittura enfatico: “Sentiamo al timone la presenza di un regista di gran classe, e cinquantasei anni di età, altrimenti non ci spiegheremmo la recitazione più sfumata e complessa del trio Stewart, Pattinson e Lautner. Manca solo un film. Non vediamo l’ora di vederlo. Con i nuovi occhi di Bella.”

“Messa in scena scolastica e languori recitati con molta poca convinzione”

Molto critico nei confronti del film anche la firma del Corriere della Sera Paolo Mereghetti che nel suo articolo “Nozze e maternità da vampiri. La scelta (antiabortista) di Bella“, pubblicata il 16 novembre 2011, sottolinea l’aspetto negativo del continuo tournover alla regia: “[…] Cambiare quattro registi per quattro film dedicati allo stesso soggetto è probabilmente un record. Negativo naturalmente. Equivale all’ammissione di aver sbagliato se non tutto, molto.” Poi passa ad un’analisi sociologica di alcuni aspetti della pellicola, interrogandosi sul perchè di tanto successo di pubblico: “[…] meglio partire dalla sceneggiatura, cioè dalla persistenza di alcuni temi e di alcune atmosfere per capire più che il valore (scarsissimo), le ragioni dei suoi molti fan. […]”. Mereghetti analizza l’aspetto della confusione sentimentale dei giovani: “[…] Che la’more di Bella per Edward non escluda quello per Jacob (Taylor Lautner), l’amico licantropo, rientra nella scomparsa di ogni senso di esclusività (e di “proprietà”) tra i giovani, ma anche nella confusione dei sentimenti e dei sessi […].”

La parte più spinosa e cruciale dell’articolo è quella che mette in luce l’ambiguità con cui è descritta la gravidanza di Bella: “[…] E’ facile leggere nel comportamento della protagonista una evidente presa di posizione antiabortista, ma è altrettanto evidente che il periodo della gravidanza non è quel pieno di felicità che vorrebbe una certa vulgata. […]”

Ma nonostante l’interessante volo pindarico dell’intrepretazione il critico conclude bocciando il film senza appelli: “[…] un’analisi sociologica può spiegare il successo della saga presso un pubblico post adolescenziale, alle prese con la scomparsa di vecchi codici di comportamento (sessuali e non solo), ma non può rivalutare una messa in scena assolutamente elementare e scolastica, fatta di palpiti e languori recitati con molta poca convinzione. A volte anche piuttosto stiracchiata e (involontariamente) ridanciana. […]”.

E voi cosa ne pensate? Siete d’accordo con le considerazioni e le analisi dei critici qui riportate? Dite la vostra commentando questa news

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