Briganti, la serie Netflix cambia la Storia: la prospettiva sull'Unità d'Italia è stata ribaltata
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Briganti, la serie Netflix cambia la Storia: la prospettiva sull’Unità d’Italia è stata ribaltata

Lo show riceve immediatamente il plauso del Presidente del Movimento Neoborbonici: "Per 160 anni nessuno ha raccontato l'eroismo dei briganti che combattevano per la loro terra e la loro libertà"

Briganti, la serie Netflix cambia la Storia: la prospettiva sull’Unità d’Italia è stata ribaltata

Lo show riceve immediatamente il plauso del Presidente del Movimento Neoborbonici: "Per 160 anni nessuno ha raccontato l'eroismo dei briganti che combattevano per la loro terra e la loro libertà"

Briganti

Successo immediato ed esplosivo per Briganti, la serie italiana balzata immediatamente al numero 2 della Top Ten Netflix. Ideata dal Collettivo romano Grams, già artefice di un grande successo come Baby, Briganti affascina per il suo inedito mix di fiction e realtà storica, rileggendo secondo i canoni tipici del Western una delicata fase della Storia d’Italia. Ambientata nel 1862, la serie rovescia infatti i presupposti classici, tra i quali l’eroismo di Garibaldi e dei Mille, rappresentando invece in chiave fortemente critica l’esercito piemontese; mentre i briganti non sono rappresentati come criminali, ma eroi in guerra per la propria libertà. Arriva così immediatamente il ringraziamento pubblico del Presidente del Movimento Neoborbonici napoletani, Gennaro De Crescenzo: «Nonostante i 160 anni di predominio totalitario di media e intellettuali ufficiali e nonostante i nostri pochi e piccoli mezzi per controbattere, la nostra lettura del brigantaggio, forse, allora, ha vinto e vincerà ancora, vista anche la diffusione di Netflix soprattutto tra i giovani.»

Gennaro De Crescenzo, saggista, storico e professore di italiano a Scampia, sottolinea come la Storia dell’Unità d’Italia non abbia mai raccontato i lati più oscuri dell’occupazione sabauda, mentre finalmente Briganti racconta i piemontesi come un esercito di invasori, e soprattutto offre una prospettiva diversa sui ribelli, sempre rappresentati come precursori dei malavitosi e del crimine organizzato:«Non si tratta di una fiction storica ma ciò non toglie che sono molti gli spunti interessanti. Dopo circa un secolo e mezzo e con rarissime eccezioni, finora l’Unità d’Italia non era stata raccontata dall’altro punto di vista, compresa la conseguente guerra del cosiddetto “brigantaggio” che devastò l’ex Regno delle Due Sicilie per oltre dieci anni».

De Crescenzo loda infine la presenza nella serie Briganti di donne fiere e forti, tutte ispirate a personaggi realmente vissuti: «la stessa Filumena, la protagonista, non è altro che Filumena Pennacchio, una delle briganti più famose dell’epoca [interpretata nella serie dalla bravissima Michela De Rossi]. E poi c’è “Ciccilla”, alias Maria Oliviero [Ivana Lotito], che con la banda Monaco diede filo da torcere all’esercito piemontese. Insomma nonostante scenari a volte magico-surreali, anche in questo caso si tratta, sullo sfondo, di verità storiche.»

E voi avete già visto i sei episodi di Briganti su Netflix? Cosa ne pensate? Fatecelo sapere, come sempre, nei commenti.

Fonte: Corriere del Mezzogiorno

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