Il mondo del cinema ieri sera ha scoperto, con enorme dispiacere, che Bruce Willis deve dire addio alla recitazione. A fermare la star di film action come la saga di Die Hard è l’afasia, una malattia che rende impossibile proseguire la sua carriera.
Si è naturalmente accesa la curiosità per scoprire di che cosa si tratta: l’afasia, riportano fonti mediche come Manual MDS, è un disturbo del linguaggio che può portare chi ne ha affetto a non saper più parlare, capire e anche scrivere. Si verifica a causa di danni cerebrali nelle aree del cervello predisposte al linguaggio (area di Broca e di Wernicke) e può può essere dovuta a traumi cranici, ictus o infezioni cerebrali; in questi casi, la malattia non degenera col tempo, ma se la causa è dovuta invece a tumori cerebrali o demenza, allora le condizioni possono via via peggiorare.
Esistono principalmente due tipi di afasia: quella di Broca (detta espressiva) porta chi ne è affetto a capire il significato delle parole ma a non riuscire più ad esprimersi correttamente, costringendoli ad un enorme sforzo e limitando anche le possibilità di comunicare tramite scrittura; l’afasia di Wernicke invece è detta recettiva: il paziente in questo caso ha difficoltà a capire il linguaggio, sia scritto che parlato, ma riesce a comunicare in modo fluido seppur confuso e senza senso – un “insalata di parole” di cui potrebbero anche essere inconsci.
Riconoscere i sintomi dell’afasia permette di diagnosticarla al più presto: vanno esclusi altri tipi di cause, quali problemi di udito o nervosi, ma gli indizi sono difficoltà a trovare le parole, a dire il nome degli oggetti, a ripetere le frasi. Per averne certezza, il medico oltre a test standard può richiedere esami come tomografie computerizzate e risonanze magnetiche, per verificare la presenza di danni cerebrali.
Esiste una cura per l’afasia? È probabilmente la domanda che i fan di Bruce Willis si stanno facendo in queste ore, ma la risposta non è consolante. Dipende ovviamente da cosa ha scaturito l’afasia – trauma o malattie degenerative – ma dall’afasia è più facile recuperare quasi completamente solo fino a 8 anni; poi, si possono comunque fare dei progressi ma sono tutti concentrati nei primi 3 mesi, massimo un anno dall’insorgenza del disturbo.
Chi ne è affetto, può trattare la malattia in diversi modi: in caso di tumori ed edemi cerebrali, l’uso di corticosteroidi aiuta ad alleviare la pressione su quelle aree del cervello; in altri, bisogna ricorrere a dispositivi tecnologici per comunicare meglio, oppure lavagne e altri sistemi che permettano a chi ne è affetto di continuare ad esprimersi.
Come dichiarato dalla famiglia di Bruce Willis, sarà un percorso lungo e difficile che affronteranno insieme, contando anche sull’affetto dei fan della star di Die Hard, Il Sesto Senso, Unbreakable, L’esercito delle 12 Scimmie e molto altro.
Foto: TOLGA AKMEN/AFP via Getty Images
Fonte: Manual MDS
© RIPRODUZIONE RISERVATA