Dall’officina alle stelle
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Dall’officina alle stelle

Dall’officina alle stelle

La conoscete la storia incredibile di Tom Whitlock? Anzi, partiamo dall’inizio.

Vi siete mai addentrati dietro le quinte di Top Gun? L’originale dell’86, dico. Voi ascoltate le interviste ai suoi leggendari produttori, Don Simpson e Jerry Bruckheimer, e sembrano la parodia di quei folli che investono miliardi in un progetto assurdo facendo tutte le scelte più insulse, deplorevoli e sbagliate possibili, un vero e proprio manuale su come non si fa un film. O meglio: un manuale su come ci piacerebbe pensare che un film non vada fatto. E invece, tu che stai leggendo questo pezzo diversi decenni dopo, sai che Top Gun è diventato da subito un classico immortale, con un recente sequel di altrettanto successo.

Partiamo dal concetto: Top Gun è un film sull’aviazione militare, ma raccontato come se fosse un film sportivo. Presente, no? Il giovane talento ribelle, l’occasione d’oro nella grande squadra, l’allenatore che cerca di ingabbiarlo negli schemi ma lui fa sempre di testa sua, la grande rivalità con la stella della squadra gelosa, la storia d’amore che rischia di distrarlo, il trauma che lo abbatte, il match finale in cui riprendersi e trionfare. Uguale ma, invece che segnare il punto decisivo con un gesto atletico, uccide persone di un’altra nazionalità mettendo fine alla loro vita a colpi di missili esplosivi della morte. Tutto lì.

Come regista, Simpson e Bruckheimer scelgono Tony Scott. Tony è reduce da Miriam si sveglia a mezzanotte (1983), ambizioso e raffinato arthorror a tinte erotico-esistenziali; però aveva anche girato una pubblicità con degli aerei. Siccome quindi sapeva puntare la cinepresa verso degli aerei, viene assunto. Viene preso anche un consulente tecnico, un vero ex-pilota della Top Gun, e poi umiliato con scene che mostrano lezioni di teoria tenute all’aperto in mezzo ai jet che decollano, e persino un cadetto che gira per l’accademia indossando un cappello da cowboy. Per le scene di volo ci sono enormi limiti logistici: la produzione ha appena tre giorni di tempo per riprendere esercitazioni a caso, e stop. L’idea diventa quindi filmare gli attori all’interno degli abitacoli col mascherino, in modo da poter cambiare i dialoghi in qualsiasi momento a seconda di cosa riuscivano a tirare fuori da quelle riprese. Ancora oggi, se lo chiedete ai montatori del film, vogliono essere accreditati come co-sceneggiatori.

Arriviamo alla colonna sonora: Bruckheimer confessa di averla selezionata ascoltando solo i primi sette secondi di ogni brano. Sente però che manca ancora qualcosa e chiede aiuto a Giorgio Moroder, leggendario produttore reduce da due Oscar per Flashdance e Fuga di mezzanotte. Giorgio è pieno di offerte, e i suoi collaboratori abituali sono impegnati. Gli serve qualcuno che scriva il testo per Danger Zone e Take My Breath Away. E qui entra in campo Tom Whitlock.

Chi è Tom Whitlock? Era il meccanico di Giorgio Moroder. Storia vera. Si erano conosciuti così: Tom gli aveva riparato i freni della Ferrari. Giorgio allora l’aveva assunto come galoppino tuttofare che si prestava alla qualsiasi in cambio di assistere alle registrazioni dei dischi. Quando Giorgio si ritrova a corto di autori, Tom risponde “pronti!”. E i suoi testi piacciono. Take My Breath Away colpisce talmente che fanno girare nuove scene di Top Gun apposta per inserirla. La colonna sonora di Top Gun diventa fra le più vendute di tutti i tempi, e arriva l’Oscar come Miglior Canzone: è il terzo per Giorgio, e letteralmente la prima esperienza professionale per Tom Whitlock, che fino al giorno prima era quello che portava le ciambelle agli studios. È l’inizio di una carriera che lo porterà a collaborare con gente come Roger Daltrey, Diana Ross, Ray Charles.

Per cui, mi raccomando: il giorno di San Valentino smorzate le luci, mettete su Take My Breath Away, avvicinatevi passionalmente al vostro partner e sussurrate: “Hey, lo sai chi ha scritto il testo di questo pezzo? Il meccanico di Giorgio Moroder! Giuro, il meccanico!!!”. Prego.

© Shutterstock (1) The Saul Zaentz Company, Jerome Hellman Productions (1) Paramount Pictures, Don Simpson/Jerry Bruckheimer

Films (2) Associated Press, Academy of Motion Picture Arts and Sciences (1)

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