E se in un universo parallelo il John McClane di Trappola di cristallo, anziché da Bruce Willis, fosse stato interpretato da Frank Sinatra?
Questo mese vi apro la porta (di nuovo) su un universo parallelo. La storia inizia nel nostro universo: siamo circa a metà degli anni ’80, e la Fox vuole basare il suo prossimo grande film d’azione su un libro del 1979 intitolato Nothing Lasts Forever, scritto da Roderick Thorp e pubblicato in Italia come Nulla è eterno.
La trama è semplice: un gruppo di criminali prende in ostaggio un intero grattacielo durante la festa di Natale di una mega-azienda, ma alla loro vista sfugge un poliziotto, per caso nei paraggi per motivi di famiglia, che finirà per sgominare i malviventi da solo. Il nome di quel poliziotto è Joe Leland. Stavate per dire un’altra cosa? No, è Joe Leland, giuro, ho il libro qui sotto. Ora: Nulla è eterno fa parte di una saga con protagonista, appunto, Joe Leland. Il primo libro, del 1968, si chiamava The Detective ed era diventato immediatamente un film che in Italia hanno intitolato Inchiesta pericolosa.
Il protagonista di Inchiesta pericolosa nel ruolo di Joe Leland, detective proletario senza fronzoli e con una vita matrimoniale complessa, era Frank Sinatra. No, non era un musical: Frank Sinatra ogni tanto faceva anche queste cose balzane, di recitare in ruoli in cui non doveva cantare, tipo Lady Gaga in House of Gucci (ma meglio).
Il film non sfondò esattamente il box office, ma Frank Sinatra aveva fatto inserire una clausola per cui, se per caso avessero voluto girare un sequel, avrebbero dovuto prima chiedergli il permesso. Capito? No, non siamo ancora nell’universo parallelo, siamo solo nel 1968: un tempo in cui, evidentemente, se Hollywood azzeccava un successo, poi ribaltava volentieri il cast che l’aveva reso possibile, per cui persino uno come Frank Sinatra doveva tutelarsi con una clausola del genere. Mica come oggi che, se fai anche solo una comparsata alla Marvel, hai praticamente firmato via la tua anima per sempre e in qualsiasi momento; fosse anche il matrimonio di tua sorella, potrebbero venire a prelevarti d’urgenza in elicottero per girare una scena di tre frasi nella seconda stagione di Moon Knight.
Quindi, a metà anni ’80 la Fox vuole trarre un film da Nulla è eterno e sono costretti, come prima cosa, a chiedere a Frank Sinatra se vuole tornare. Storia vera. Quello che succede dopo, in estrema sintesi, è: Frank, con grande sollievo di tutti, declina; il progetto attraversa diverse incarnazioni tra cui una fase in cui doveva essere Commando 2 con Schwarzenegger. Dopo mille altri rifiuti illustri viene ingaggiato il rampante Bruce Willis, il personaggio cambia nome in John McClane e il film diventa Die Hard – Trappola di cristallo. Ora entriamo nel mondo parallelo in cui Frank Sinatra, vent’anni dopo l’originale, dice “ma certo che voglio fare il sequel”. Ve lo immaginate? Innanzitutto, sui titoli di coda, “Let It Snow” l’avrebbe cantata lui.
Poi non penso che avrebbe fatto questa cosa di rimanere scalzo per tutto il film; secondo me, avrebbe indossato scarpe italiane di camoscio anche se preso alla sprovvista in canotta, ed esclamato cose tipo “ma perché tutti questi terroristi indossano volgari magliette?”. Ma soprattutto: si sarebbe rispettato il canone. No? Il ritorno dell’attore originale, il volto che ha introdotto il personaggio sul grande schermo, a creare una storia in coerente continuity. Un sequel in cui avremmo ritrovato il Joe Leland che conosciamo, indurito e disilluso, stanco ma inaffondabile, come piace a noi. Giusto? Avreste guardato Indiana Jones interpretato, che ne so, da Jacob Elordi? Macché.
Abbiamo preteso a gran voce Harrison Ford a 80 anni, per cui, che sarà mai stato Frank Sinatra a 72, vicino alla pensione, ma pronto a spaccare tutto se gli tocchi la famiglia, come i Bad Boys? E col sergente Powell interpretato da Sammy Davis Jr.? E invece no: abbiamo dovuto sorbirci l’ennesimo pastrocchio di Hollywood che pensa unicamente ai soldi e tradisce la fonte con il solito reboot ruffiano col protagonista giovane e alla moda, che è il motivo per cui mi sono sempre rifiutato di vederlo (sto scherzando, sono sarcastico, STO SCHERZANDO).
“And more… much more than this… I died hard myyy waaaaay…”
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