Oltre il magico telone verde
telegram

Oltre il magico telone verde

Ho una nuova irresistibile passione: foto di attori che recitano di fronte al green screen in ciabatte

Oltre il magico telone verde

Ho una nuova irresistibile passione: foto di attori che recitano di fronte al green screen in ciabatte

Certo, lo sappiamo tutti come funziona la magia del cinema: mai dare per scontato di sapere cosa succede fuori dall’inquadratura. Se non lo vedi, non sai cosa può essere. E può essere di tutto.

Per esempio, la gag del tizio che conduce il telegiornale ma sotto, per quanto ne sapete, è in mutande. Lui, e come lui pure voi, nelle chiamate su Zoom coi vostri colleghi. Ma lo sapete ad esempio chi altri è in mutande? Ve lo dico? Vi rovino un film per sempre? Ora vi rovino un film per sempre: RoboCop. Mica in ogni scena, eh? Però, pensateci: aveva un costume ingombrantissimo. Aveva delle gambe gigantesche. Eppure, nel film, lo avete visto addirittura entrare in macchina come se niente fosse. Il suo segreto? Quando entra in macchina, RoboCop è in mutande. Indossa solo la parte di sopra, quella che si vede attraverso i finestrini, ma sotto è in boxer e calzini, con le sue belle ginocchia ossute e spelacchiate. Giuro. Storia vera. Pensateci, ogni volta che lo riguardate.

Esistono miliardi di altri aneddoti simili divertentissimi, ma non sono scemo e non li brucio tutti nello stesso pezzo. Sono le foto su green screen ad appassionarmi particolarmente, perché è la condizione del cinema moderno. Il green screen emana tutta la comodità del poter andare da qualsiasi parte, in qualsiasi universo, senza spostarsi non dico dai grandi studios in cui pluripremiati scenografi hanno ricreato chissà quali ambienti fantasiosi, ma anche letteralmente dal garage di casa vostra. Basta un telo verde.

La prima che ho visto è stata Tig Notaro per Army of the Dead di Zack Snyder. Siccome non la inquadravano mai intera, se l’è presa comoda e la si può vedere nelle foto dal backstage mentre imbraccia un fucile d’assalto, tuta militare camouflage, giubbotto antiproiettile, sguardo traumatizzato di chi ha dovuto ricalibrare la sua intera vita per reagire all’invasione zombi… e Birkenstock. Ora immaginate, che ne so, Jared Leto che ha deciso che per fare il Joker nella Suicide Squad vuole andare di method acting totale. Non ho idea di cos’abbia fatto Jared Leto per prepararsi e immedesimarsi nel Joker. Immagino cos’ha fatto per prepararsi a fare Paolo Gucci in House of Gucci: ha giocato a Super Mario Kart per sei mesi. Ma per Joker invece non oso immaginare: le cronache dicono che non è uscito mai dal personaggio. Si racconta che regalasse topi morti ai colleghi.

Will Smith ha detto di lui «Ci ho lavorato insieme per sei mesi, ma non l’ho mai incontrato». Ecco, pensate a uno come Jared, che deve vivere il suo personaggio 24 ore su 24 per capirlo, mentre arriva in un grande magazzino davanti a una parete verde e gli viene presentato un tizio in tuta di lycra integrale con delle lampadine addosso. Gli dicono «Questo è Carlo, immagina che sia un mostrodemone dall’oltremondo». E Carlo, 1 e 66 di statura, nella sua tutina aderente, inizia a fingere di graffiarlo e fa: “Ffff… fffFFFFFffff…”, e Jared deve reagire come se fosse la cosa più spaventosa di tutti i tempi. Mi chiedo dove vada a finire tutta la loro disperata autenticità in quei momenti. E allora, Tig tutta la vita. E allora, viva Millie Bobby Brown in Damsel: una Principessa ingannata dal proprio Principe, che viene gettata in una caverna in pasto sacrificale a un drago e non può fare altro che salvarsi da sola. In un teso survival movie – ok non troppo teso, è un film per famiglie – Millie deve simbolicamente strapparsi di dosso tutti i lussuriosi orpelli reali, avventurarsi per la caverna scalza come John McClane e infine, caricandosi con un grido liberatorio che rappresenta tutte le ragazze del mondo che vogliono decidersi il futuro da sole, infilzare il drago con la spada. In quella scena, nella comodità di un set riscaldato, una poltrona con una tazza di tè a un metro, l’iPad col 5G per guardarsi un episodio di Succession, l’hotel 5 stelle superior alla porta accanto, Millie era in realtà in ciabatte Adidas.

Era splendida.

E Carlo, nei panni del drago, ha applaudito.

© Shutterstock (1), Kennedy Miller Productions (1), The Stone Quarry (1) Atlas Entertainment, DC Comics, DC Entertainment (1) Instagram (1)

© RIPRODUZIONE RISERVATA