È uno dei “what if” più divertenti della storia di Hollywood: siamo nei primi anni ’80, gira un copione intitolato Beverly Hills Cop, e la prima persona a cui viene appioppato è… Sylvester Stallone.
Sly era fresco reduce dal primo Rambo e da Rocky III, ed era una star consolidata e carichissima. Legge il copione di Beverly Hills Cop, esclama “sì, mi interessa” e poi, come sua abitudine, procede a riscriverlo. Cambia il personaggio, rende la vicenda un po’ meno leggera, ecc… E che gli vuoi dire? L’aveva appena fatto proprio con Rambo, ribaltando il protagonista del libro originale da macchina omicida disumanizzata a vittima portatrice di un messaggio di orgogliosa protesta, e il risultato era stato un film entrato non solo in cima agli incassi, ma direttamente nella storia della cultura popolare.
Come fai a dire a Sly, appena un anno dopo, che hai dei dubbi sul suo intuito? Però, indovinate? È esattamente quello che gli dissero, quegli sciocchi arroganti. A quel punto, però, il film era da finire in fretta. Come si può risolvere? Facile: con uno dei trucchi più vecchi di Hollywood.
Si chiama un comico che segua la scaletta a grandi linee e improvvisi il resto. Eddie Murphy aveva da poco sfondato il botteghino con 48 ore, un altro poliziesco in cui lui incarnava la linea comica senza sfigurare nei momenti più dritti, ed era una scelta ben mirata. A Eddie era già stato proposto un ruolo nei Ghostbusters, ma aveva soppesato le sue opzioni: meglio quarta ruota in un film con Bill Murray, Dan Aykroyd e Harold Ramis, o protagonista in un film tutto suo con carta bianca su metà delle scene?
Perché alla fine Beverly Hills Cop diventa proprio questo: un poliziesco piuttosto classico, punteggiato da scene in cui Eddie Murphy è lasciato libero di improvvisare battute, imitazioni, faccette buffe e la sua mitica risata (diffidate delle leggende metropolitane: la risata inventata da Tonino Accolla è iconica, ma anche quella originale di Murphy, sebbene diversa, era distintiva e famosa).
La cosa è divertente da mettere in prospettiva. Penso non ci siano grossi dubbi su quale saga sia più universalmente amata oggi tra Ghostbusters e Beverly Hills Cop, ma non tutti ricordano che nel 1984 Ghostbusters arrivò secondo al box office di fine anno dietro proprio a Beverly Hills Cop. Eddie Murphy, da solo, aveva battuto Murray, Aykroyd, Ramis e un gran mucchio di effetti speciali di ultima generazione. Altro che quarta ruota. Ma Stallone? Nell’84 finì per buttarsi su un’altra commedia: Nick lo scatenato, con Dolly Parton. Non lo conoscete? Non mi stupisce. Arrivò 50°, incassando letteralmente un decimo di Beverly Hills Cop. Si rifece l’anno seguente, arrivando sul podio sia con Rambo 2 che con Rocky IV. E le sue idee per Beverly Hills Cop? Sly le ripesca nell’86, le appoggia su un canovaccio diverso e le reintitola Cobra. Il botteghino è deludente. Non finisce qui: nel 1987, Murphy gira Beverly Hills Cop 2 e nel cast viene ingaggiata Brigitte Nielsen, co-protagonista di Cobra e (ancora per poco) moglie di Stallone.
Si racconta che Sly non la prese benissimo. Nel film compare a sberleffo un poster proprio di Cobra. In tutto questo però, Murphy aveva sotto sotto un tarlo che lo tormentava. Più o meno segretamente, sognava di non essere solo un comico, ma anche una star d’azione.
Il suo idolo, più che Sly, era Wesley Snipes: Wesley sapeva fare tutto! Divertire, commuovere, tirare calci volanti. Alla base dell’insuccesso di Beverly Hills Cop 3 (1994) c’era, a quanto pare, l’insistenza di Murphy a fare meno gag e avere più scene adrenaliniche. Nel momento in cui scrivo non ho ancora visto Axel F, il quarto capitolo di Beverly Hills Cop, uscito su Netflix il 3 luglio. Il trailer dà grande spazio alle scene d’azione, e lo fa sembrare una specie di cugino di Bad Boys (là dove Bad Boys era un po’ una versione raddoppiata e steroidea di Beverly Hills Cop). Eddie ha 63 anni e non pretende più di fare concorrenza all’amico Wesley Snipes, ma da qualche parte Stallone starà guardando gli inseguimenti scassoni e sbuffando.
©Don Simpson/Jerry Bruckheimer Films, Eddie Murphy Productions (3)
© RIPRODUZIONE RISERVATA