Bufera al Sundance Film Festival: la giuria abbandona la sala per protesta
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Bufera al Sundance Film Festival: la giuria abbandona la sala per protesta

I giurati hanno mostrato solidarietà nei confronti della collega sordomuta, l'attrice Marlee Matlin

Bufera al Sundance Film Festival: la giuria abbandona la sala per protesta

I giurati hanno mostrato solidarietà nei confronti della collega sordomuta, l'attrice Marlee Matlin

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Scoppia un caso al Sundance Film Festival, l’appuntamento annuale con il cinema indipendente che si tiene a Salt Lake City, nello Utah. Stando a quanto riferiscono le fonti internazionali sul posto, la giuria ha lasciato la sala in segno di protesta durante la première del film Magazine Dreams

A quanto pare, a causa di alcuni problemi il festival non sarebbe riuscito a fornire adeguati sottotitoli per persone con problemi di udito. Un dettaglio non indifferente, considerando che nella giuria è presente l’attrice non udente Marlee Matlin, premio Oscar come Miglior attrice nel 1987 per Children of a Lesser God e di recente nel cast di CODA

I colleghi della giuria, Jeremy O. Harris ed Eliza Hittman, hanno così deciso di uscire dalla sala una volta appurato che il sistema di didascalie non stava funzionando. Il dispositivo, si apprende, è stato riparato ore dopo ma il fatto ha comunque sollevato grosse polemiche da parte dei giurati e del pubblico, delusi dal fatto che il festival non sia riuscito a rendere il film accessibile per tutti. Una situazione che non avviene per esempio a Cannes o Venezia, dove tutti i film vengono già proiettati in lingua originale e con sottotitoli (italiani e inglesi nel caso della kermesse italiana).

Numerose fonti riferiscono che in certi casi sono stati direttamente gli autori stessi a declinare la richiesta del Sundance di fornire didascalie appaiate al film, a quanto pare per problemi relativi ai costi dell’operazione. Dopo la controversia relativa a Magazine Dreams, la giuria ha rilasciato una dichiarazione sottolineando la propria posizione: «Il cinema indipendente statunitense ha preso vita come un modo per rendere accessibili i film a tutti, non solo ai privilegiati tra noi. Come giuria, la nostra capacità di celebrare il lavoro che avete messo nel fare questi film è stata compromessa dal fatto che non erano accessibili a tutti e tre».

Non è mancata ovviamente la risposta del Sundance stesso, tramite la CEO Joana Vicente: «Il nostro obiettivo è rendere tutte le esperienze, di persona e online, le più accessibili possibili per tutti i partecipanti […] Il dispositivo per la proiezione usato per le didascalie non ha funzionato in una delle première di venerdì sera. La giuria è uscita per poterlo rivedere insieme in un altro momento durante il Festival. Il nostro team è subito intervenuta per sistemare i dispositivi […] Fanno un lavoro magnifico ma c’è sempre qualcosa in più da fare. Dobbiamo ancora tutti fare di più mentre impariamo e consideriamo la comunità in generale»

Foto: Jim Bennett/Getty Images

Fonte: Variety

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