Avete odiato QUELLA scena di Buffy l’ammazzavampiri? Tranquilli, non siete i soli.
Ospite del podcast Inside of You, l’attore James Marsters, interprete del vampiro Spike, è tornato a riflettere su uno dei momenti più controversi e criticati della popolare serie Tv: la sequenza della stagione 6 in cui il suo personaggio tenta di stuprare la protagonista Buffy (Sarah Michelle Gellar).
Non è la prima volta che Marsters affronta l’argomento: già in passato, aveva dichiarato di essersi opposto con veemenza e di aver sofferto nel dover fingere di essere così brutale nei confronti della collega. Ora, però, l’attore è entrato nel dettaglio sui risvolti fisici e psicologici che l’esperienza gli ha lasciato.
«Buffy mi ha mandato in terapia. Mi ha distrutto – ha confessato -. C’è una scena in cui lei decide di interrompere la relazione con Spike, lui cerca di farle violenza e lei lo colpisce contro il muro. È una scena che molti fan dello show trovano problematica. Ed è stato il giorno più oscuro di tutta la mia carriera».
Marsters ha spiegato che la sequenza è stata ideata da una sceneggiatrice, che si è ispirata a una sua esperienza personale, ma invertendo i generi dei protagonisti: «Al college, era stata lasciata dal fidanzato ed era andata a trovarlo pensando che, se avessero fatto l’amore un’ultima volta, avrebbe cambiato idea. Ha cercato di obbligarlo e lui ha dovuto opporre resistenza fisica. Gli sceneggiatori hanno pensato che, dato che Buffy era una supereroina, avrebbero potuto invertire il sesso dei personaggi, perché lei si sarebbe difesa facilmente. Ho protestato: non puoi mostrare un uomo che violenta una donna e pretendere che sia la stessa cosa per chi guarda».
L’attore ha spiegato di avere avuto reazioni viscerali alle sequenze di stupro nei film: non solo non riesce a guardarle, ma non avrebbe mai fatto il provino per il personaggio di Spike se avesse saputo della scena in questione. Nonostante sia stato obbligato contrattualmente a girarla, ricorda ancora oggi la sofferenza provata: «Ho odiato dover fare quelle cose a Sarah. Dopo ogni ciak dovevo andare in un angolo e mettermi a terra per riprendermi. Erano tutti preoccupati e io pensavo: “Dovete esserlo, perché io non sto affatto bene”. Dopo, ho trovato uno psicologo che potesse aiutarmi a elaborare l’esperienza. È stato molto doloroso e destabilizzante, ma ne sono uscito più felice».
Fonte: EW
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