Sono nati nel 2000, e il cinema, di lì a poco, avrebbe compiuto i suoi primi 100 anni.
Sono giovanissimi, laureati in animazione presso l’Università Kun Shan di Taiwan. Il regista che guida questa squadra composta anche dal giovane compositore di musica giapponese Takumi Nagaya, si chiama Shang-Yan Jiang e il cortometraggio, piccolo gioiello d’animazione, si intitola Shine on Us.
La sua lavorazione è durata poco più di un anno. Shine on Us ha partecipato al Son of a Pitch Award e ha vinto ben due premi provenienti da due giurie diverse, il Premio del Pubblico e il Premio Sostenibilità. Quest’ultimo è un riconoscimento assegnato dagli studenti dalle scuole di cinema e da chi, come eFM, della sostenibilità ha fatto il proprio core business.
Shine on Us racconta una storia futurista. Su un’isola verde l’unico essere vivente è uno scoiattolo. Sembra tutto automatizzato, perfino il faro che genera energia per fornire calore e mantenere il riscaldamento termico. Ma basta poco. Qualcosa che non funziona come dovrebbe, qualcosa che si stacca, e la terra, circondata dall’acqua, perde la sua fonte di energia e di sole. All’improvviso il ghiaccio e il freddo invadono l’isola, trasformandola in una trappola mortale per lo scoiattolo. C’è un robot, chiamato “K-273”, che è incaricato di sostituire il nucleo energetico del faro. I due si incrociano: la vita umana e la vita robotizzata.
«Nel pensare insieme ai miei colleghi Shine on Us avevamo un’idea molto chiara. Che lo spirito che anima il mondo ha una principale e sola azione: accendere il cuore per diffondere energia positiva a tutti quelli che ci circondano». Continua il regista: «Sappiamo che la società eFM vuole assumersi la responsabilità di proteggere l’ambiente, di combattere l’eccesso di costruzioni in Occidente e di porre attenzione sul consumo energetico di tutte le risorse. Anche se non viviamo in Europa, ma in Asia, siamo tutti abitanti della stessa Terra. Se non diamo attenzione alla sostenibilità il mondo potrebbe finire come l’isola della nostra storia. Un posto veramente freddo dove nessun uomo può sopravvivere».
Questo piccolo film esplora in pochi minuti un possibile futuro. Non punta il dito, ma crea un mondo che ognuno di noi riconosce. E lo fa dal punto di vista di chi, poco più che ventenne, non ha vissuto gli ultimi decenni del Novecento. Ricordandoci come il vero talento non è mai “autoreferenziale” e come il cinema abbia ancora tanto da farci vedere.
© Kun Shan University (1)
© RIPRODUZIONE RISERVATA