Cannes 2010: l'italiano in concorso
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Cannes 2010: l’italiano in concorso

La nostra vita di Daniele Lucchetti con Elio Germano, Isabella Ragonese e Raul Bova, è l'unico film in concorso sulla Croisette

Cannes 2010: l’italiano in concorso

La nostra vita di Daniele Lucchetti con Elio Germano, Isabella Ragonese e Raul Bova, è l'unico film in concorso sulla Croisette

Alla fine è arrivato anche il giorno di Daniele Luchetti e del red carpet per Elio Germano, Isabella Ragonese e Raul Bova. Sono loro i protagonisti de La nostra vita, unico film italiano in concorso nella sezione principale del Festival, così come l’anno scorso era capitato con Vincere di Marco Bellocchio.
La storia è quella di Claudio (Germano), capocantiere di un’impresa edile che opera nella periferia romana. Claudio è sposato felicemente con Elena (Ragonese), con cui ha due figli ed è in attesa del terzo. Ma proprio il parto ha conseuguenze drammatiche: Elena muore e Claudio si trova improvvisamente a dover ripensare la sua esistenza. Come per compensare la perdita decide allora di voler migliorare il tenore di vita dei figli e per farlo si immischia nel giro dei sub-appalti: rileva il progetto di costruzione di una palazzina e lo prende in carico da solo. Per farlo però si indebita fino al collo e si ritrova impossibilitato a pagare i suoi stessi operai. Gli verranno in soccorso il fratello (Bova) e la sorella.
Il film di Luchetti, accolto dagli applausi alla fine della proiezione mattutina per il pubblico, è uno spaccato familiare dai toni contrastanti. Al dramma della morte di Elena e alla gran mole di discutibili compromessi cui fa ricorso Claudio per tirare avanti (l’evasione fiscale, il lavoro clandestino e privo di norme di sicurezza, l’indebitamento con la malavita) viene sempre contrapposto l’ottimismo e il buon cuore del protagonista – che se è fin troppo indulgente con se stesso, si dimostra però comprensivo anche nei confronti di tutti coloro che lo circondano: onesti o disonesti, italiani o stranieri, giovani o vecchi che siano. Luchetti ritrae dunque un uomo che molto ha sbagliato e continua a sbagliare, ma concedendogli sempre le attenuanti ambientali ed emotive, come se fossero la vita stessa, il suo quartiere e la sua cultura, a farne ciò che è.
Da notare che La nostra vita chiude la terna dei film italiani presenti sulla Croisette, aperta i primissimi giorni da Draquila di Sabina Guzzanti e continuata successivamente da Le quattro volte, il film dell’esordiente Michelangelo Frammartino selezionato nella Quinzaine. Quest’ultimo, in particolare, è stato elogiato all’unanimità dalla stampa internazionale. Racconta per sole immagini (non ci sono né dialoghi né commento musicale) il filo sottile che lega le vite di un anziano pastore, di una capretta, di un albero e del legame che ne risulta, in un angolo montuoso della Calabria. Le figure e i temi fluiscono quasi documentaristici, legati da un impercettibile tessuto narativo, e hanno evidentemente fatto presa sui critici dei 4 continenti proprio per la loro quieta universalità.

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