…e alla fine arriva Brad. A vivacizzare una Croisette dominata da autori importanti, ma che ha in parte sentito la mancanza del glam hollywoodiano. Arriva, un po’ come Capitan America a pareggiare i conti e far brillare il red carpet.
Completo chiaro su maglia bianca, capello lungo e viso sempre giovanissimo, Pitt è la star che com’era prevedibile ha davvero movimentato la Croisette. Fotografi e giornalisti si sono messi in fila ore prima pur di accedere alla sala della conferenza stampa, a cui Brad arriva accompagnato dal regista del film Killing Them Softly, Andrew Dominik, e da parte del cast, tra cui i giovani Scoot Mc Nairy e Bob Mendelsohn, ma soprattutto un Ray Liotta piuttosto in forma.
Ecco cosa hanno risposto regista e protagonista del noir Killing Them Softly alle domande dei cronisti, tra cui c’eravamo anche noi di Best Movie.
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Che cosa l’ha attratta di questo progetto tanto da volerne diventare produttore?
Brad Pitt: «Andrew e’ un regista in cui credo molto. E’ come se avessimo iniziato una conversazione ai tempi di The Assassination of Jesse James e non l’avessimo mai interrotta… Ma quello che piu’ mi interessava di questa storia e’ osservare questo micromondo rispetto a un macrocosmo oppresso dalla crisi che tutti noi stiamo vivendo».
Dominik, lei e’ un regista con un gusto stilistico molto sviluppato. Racconta la violenza tramite uno stile molto raffinato, sottolineato da diverse sequenze slow motion. Perche’ ha voluto raccontare una storia così violenta?
Andrew Dominik: «Perche’ la massima espressione del dramma è la violenza. La diffenza in questo film è che la violenza viene vissuta come imbarazzante. Un killer come quello interpretato da Brad è un semplice esecutore che vuole uccidere in modo “gentile”, senza guardare negli occhi, senza coinvolgimento emozionale».
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Il film è continuamente contrappuntato dai discorsi di Obama. Discorsi retorici su uguaglianza e giustizia. Il vostro film denuncia il fallimento dell’amministrazione Obama?
B.P.:«Non è questo il fine del film, che invece vuole raccontare uno stato di degrado più generale. Io ero a Chicago la notte in cui Obama vinse. Fu una notte indimenticabile, con la gente che si riversava per le strade e il suo discorso molto commovente. Semplicemente di fronte alla catastrofe che stiamo vivendo oggi è impossibile non farsi delle domande. Non voglio che il mio film sia visto in modo strumentale rispetto alle elezioni. Non è una petizione pre-elettorale, sarebbe davvero spiacevole vedere il film da quest’ottica, semplicemente descrive una situazione complessa e problematica».
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A un certo punto del film il suo personaggio dice che L’America non e’ un Paese ma un business. Siete d’accordo? E in fondo anche Hollywood non e’ che un business?
«Dipende ovviamente dall’accezione che si da’ alla parola business. Siamo stati sempre così, un Paese industrioso, un conto è parlare di un’attività che produce un profitto, che ha delle finalità commerciali, ma quello che racconta Dominik supera di molto questo punto di partenza. L’integrità e la giustizia vanno protette e ci vuole un guardiano che se ne occupi. E’ barbarico vivere nel mondo in cui viviamo e trovo che sia assolutamente morale raccontare le cose come stanno, come ha fatto Andrew».
A.D.: «Bisogna guardare quella scena e quel monologo come se fosse una ninna nanna».
Come produttore e’ intervenuto molto nelle scelte di Dominik?
B.P.: «Mi sono completamente affidato a Andrew, conoscendo il suo gusto e la sua capacità di raccontare i fatti, ma ho collaborato attivamente».
Come produttore si sente investito di maggiore responsabilita’ rispetto a quando è solo attore?
«Ovviamente si’ e sono così orgoglioso del cast che abbiamo messo insieme. Avere attori immensi come Ray (Liotta, ndr), Gandolfini, Jenkins e i nostri due attori giovani, Scoot McNairy e Ben Mendelsohn mi riempie d’orgoglio».
Il pubblico vuole sapere se lei e Angelina tornerete mai insieme sullo schermo.
B.P.: «Ovviamente, ci piacerebbe molto lavorare ancora insieme».
Puo’ dirci se finalmente lei e Angelina avete deciso una data per il matrimonio?
B.P.: «No, al momento non c’è nessuna data. Nessuna data» risponde imbarazzato.
(Foto: Getty Images)
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