Non stupisce che siano stati scelti per un film violento come quello di John Hillcoat, presentato in concorso a Cannes questa mattina, ovvero Lawless, film sul proibizionismo e su tre fratelli che coltivano il loro business a dispetto di polizia e gangster nel profondo Sud (leggi qui la recensione). Perché anche dal vivo i fratelli Bondurant, ovvero Tom Hardy, Shia LaBeouf e Jason Clarke, e i loro compagni di cast sono dei veri tosti.
Si capisce al volo che conferenze stampa e round tables con la stampa non siano le loro attività preferite: se la domanda non piace non rispondono e spesso danno risposte sarcastiche.
Alla richiesta prevedibile a Tom Hardy su come mai collezioni sempre ruoli così da duro e quale metodo usi, l’attore che presto sbarchera’ in Italia nel ruolo di Bane ne Il cavaliere oscuro – Il ritorno risponde: «Gioco a Scarabeo, dovrebbe provarci anche lei, oppure a Battaglia navale, anche se Jessica (riferendosi alla collega del film, ndr) mi batte sempre…».
Shia La Beouf, interrogato sul perche’ non faccia piu’ grandi film ma preferisca prodotti piu’ di nicchia o autoriali come Lawless, ha risposto che e’ stato attratto dalla bellezza del copione, aggiungendo anche: «E’ stata un’esperienza fantastica. Il tipo di alchimia si e’ creato tra gli attori sul set e’ raro. È stata una cosa incredibile, eravamo una piccola comunità e si è veramente instaurato tra tutti una sorta di fratellanza. Quanto all’aver scelto questo film, il motivo e’ chiaro: e’ sporco, violento e realistico, come è giusto che sia».
Anche Nick Cave,il celebre cantautore australiano, qui nelle vesti di sceneggiatore del film a partire dal romanzo di Matt Bondurant, The Wettest County, insiste sull’aspetto violento della storia, specificando meglio pero’ altre corde che il film va a toccare: «Il libro alla base di questo adattamento cinematografico e’ incredibilmente bello, perche’ ha un lato estremamente sanguinario e un altro profondamente sentimentale. Questa combinazione felice ha richiamato subito la mia attenzione. Quanto alle musiche e’ stato naturale comporle gia’ mentre scrivevo il film».
Il cast e’ davvero corale e ha raccolto alcuni degli attori piu’ incredibili dello scenario contemporaneo. Ancora una volta Tom Hardy si e’ ritrovato a condividere il set con il compatriota britannico Gary Oldman, dopo La Talpa e Il cavaliere oscuro -Il ritorno: Per me lui è una sorta di Dio, il mio eroe. Durante La Talpa guardavo ogni suo movimento e non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso.
Jessica Chastain rende omaggio al Festival che ha lanciato la sua carriera: «Cannes è il luogo dove la mia vita nello shwbiz è iniziata, grazie a Tree of Life di Malick, con Sean Penn e Brad Pitt; essere di nuovo qui con Lawless e Madagascar 3 (in veste di doppiatrice) significa molto per me». Sul suo ruolo sottolinea il Metodo usato: «Io ho approcciato Maggie come un personaggio che ha vissuto grosse difficoltá e per questo ha un carattere mascolino, che le fa decidere di andare a lavorare con i tre fratelli e di intrecciare poi una relazione con Forrest (il fratello Bondurant interpretato da Hardy). Ed e’ anche per il suo carattere volitivo che e’ lei a prendere l’iniziativa con l’uomo». Ed è evidente anche fuori dal film che tra i due si è creata una bella complicita’. Solo amicizia – ci viene spontaneo chiederci – o un possibile flirt? Difficile dirlo, ma i due sarebbero molto ben assortiti insieme.
Tocca poi a Guy Pearce, impressionante camaleonte sul grande schermo, a cui nel film tocca la parte di un viscido villain sempre elegantissimo. Del cast e’ quello piu’ disponibile con i giornalisti, a parte le signore.
“E’ oppresso dalla vanità. John mi ha fatto esprimere il suo disgusto per tutto ciò che lo circonda. Porta infatti dei guanti per non venire a contatto con l’esterno. E’ diverso da questo rispetto al personaggio del libro. Questa e’ stata la mia impronta personale. Ho lavorato molto anche sulla sua disumanita’, cercando di creare qualcuno che fosse memorabile».
Il regista, John Hillcoat, parlando dell’ambientazione del film ha specificato: «Ho scelto questa ambientazione perché attratto anche dall’attualità del tema. Il proibizionismo esiste ancora, ma in quel periodo si è articolato in modo epico. Li’ e’ nata la criminalità organizzata che va avanti ancora oggi».
A chi gli chiede se si ispira a Marlon Brando nella sua recitazione, Hardy ha risposto di non aver mai visto neppure Il padrino, ma di essere sicuramente stato affascinato dalle sue foto: «se c’è una connessione con Brando è inconscia…».
Foto: Editoriale Duesse/Silvia Urban
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