Eccoli arrivati, serafici e sornioni come sempre, Joel ed Ethan Coen, i due fratelli più amati dal pubblico cinefilo, stelle di un cinema colto e imprevedibile (Un Oscar per Non è un paese per vecchi e una Palma d’oro per Barton Fink) i due fratelli si candidano a raccogliere nuovi premi sulla Croisette con la storia di un cantante folk di grandissimo talento (ispirato al vero e semisconosciuto Dave Van Ronk e interpretato dalla rivelazione Oscar Isaac), che attraversa la settimana più nera della sua vita privata e professionale.
IN LIZZA PER LA PALMA
L’ambiente folk raccontato dagli autori del Grande Lebowski è precedente ai 60s, non è quello del successo sfrenato di Bob Dylan & Co., ma la fase di transizione in cui i cantautori faticavano a farsi conoscere e si esibivano a gratis nei local del Village con canzoni dal linguaggio quasi incomprensibile o si arrangiavano a dormire sui divani di amici e parenti.
Dal Guardian a Variety, da Premiere a Le Figaro non c’è giornale che non saluti la nuova opera dei Coen Bros. come un piccolo grande capolavoro, denso di ironia e umanità. Anche alla conferenza stampa è un fiume di complimenti da parte della stampa internazionale, che subissa gli autori di domande sull’eccellente e finora sconosciuto protagonista, sulla colonna sonora pregevole (affidata a T Bone Burnett). Ma veniamo alla cronaca dell’incontro.
LA SCENA FOLK PRIMA DI DYLAN? UN GRUPPO DI BOHEMIEN DISPERATI IN CERCA DI UN DIVANO
Joel, il regista, riguardo al protagonista, ha dichiarato: «Llewyn Davis ha una relazione molto travagliata con il successo. Sono tempi bui, in cui i musicisti devono supplicare gli amici di avere un posto sul loro divano, ma lui va cercando l’autenticità dei testi e delle canzoni che scrive senza incontrare fortuna. E in effetti il successo è un meccanismo talmente imprevedibile, che e’ quasi impossibile parlarne o razionalizzarlo, accade e basta. Ma noi volevamo focalizzare l’attenzione sulla fedeltà a se stessi e alla propria concezione artistica, senza inseguire il miraggio della riconoscibilità, quando un artista si preoccupa solo della coerenza con le proprie idee. Era anche un período in cui non esistevano i contratti con gli artisti e questo permetteva infinite possibilità creative».
IL SEGRETO DEL SUCCESSO? ESSERE AL POSTO GIUSTO CON LE PERSONE GIUSTE. PAROLA DI JUSTIN
Parlando di successo musicale era inevitabile che scattasse la domanda all’unico membro del cast che ha veramente sfondato sulla scena musicale, ovvero Justin Timberlake, e che sta cercando di fare altrettanto con il cinema. Justin, nel film nella parte di un cantante rivale-amico di Llewyn che crea musica terribilmente ammiccante e superficiale. Justin relativamente a quali siano i fattori che determinano il successo in campo musicale ha affermato: «Faccio questo lavoro da quando ero giovanissimo e ho visto tonnellate di persone non riuscire ad arrivare. A volte sei nel posto giusto con le persone sbagliate, altre volte nel posto sbagliato com le persone giuste. Migliaia di persone non ce la fanno, pura vendo talento da vendere. Se dovessi analizzare il segreto del mio successo, direi che è sempre dipeso dall’idea piu’ o meno forte che c’era dietro».
CAREY CANTA ANCORA
A tal proposito ha aggiunto T Bone Burnett: «Lo scopo era mostrare gli effetti della delusione». Il protagonista rivelazione Oscar Isaac, un demonio con la voce da angelo nel film, ha raccontato il processo creativo che lo ha portato a definire i l suo personaggio: «Ho dovuto prima di tutto appropriarmi del contesto e questo ha richiesto un lavoro di sei settimane prima del film insieme agli autori, poi ho dovuto lavorare sullo stile che Llewyn doveva adottare e lì mi è stato molto utile T Bone che mi ha detto: “Canta come se cantassi per te stesso da solo”».
Infine Carey Mulligan, che nel film recita la parte della ragazza messa incinta da Davis pur essendo fidanzata di Timberlake e che pronuncia piu’ “asshole” lei in una frase di quanti se ne possano dire a qualcuno che ci abbia appena tamponati, ha già ha cantato in Drive e New York New York in Shame e qui si esibisce in un terzetto folk di armonie non semplice. A chi le ha chiesto se fosse nervosa, ha risposto: «Beh, chi non lo sarebbe con un simile terzetto, però T Bone mi ha aiutato molto perchè ha cercato di trovare per ognuno il pezzo che corrispondesse di più alla nostra personalità e alle nostre opinioni».
Timberlake ha anche aggiunto relativamente alla distanza tra il proprio genere musicale e il folk del film, che «essendo cresciuto in Tennesse e avendo avuto un nonno che amava il country da cui il folk deriva, non e’ stato difficile calarsi nelle atmosfere del Village».
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Foto: Getty Images
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