Nell’elitario sistema di accesso alle proiezioni e alle conferenze stampa istituito negli anni dal Festival di Cannes (colore dei badge e loro significati: badge giallo = sei un paria; blu = si sopravvive, ma si fanno ore di coda; rosa = non si fa la coda e si accede alle conferenze tranquillamente; rosa pastigliato = entri dappertutto e all’istante; bianco = sei il Gotha e puoi anche arrivare a film iniziato) avere un accredito rosa per un magazine come il nostro ha sempre significato l’accesso sicuro alla conferenza stampa, ma non oggi, in cui il posto nella piccolissima sala adibita (agli organizzatori cannensi piace tantissimo mostrare folle debordanti…), la sedia per l’incontro con il cast di Il grande Gatsby di Baz Luhrmann (leggi qui la recensione), ce lo siamo dovuto conquistare con le unghie e con i denti (e anche qualche gomitata). Il vero problema? L’inaccessibilità di Mr. DiCaprio, alias Gatsby e star attesissima della giornata e di tutto il Festival. Il buon Leo del resto, anche alla luce di una carriera più che trentennale e dopo le sue ultime dichiarazioni sulla pausa che vuole prendersi dai set per dedicarsi alla causa ambientale, può permettersi di concedersi col contagocce.
Quindi? Interviste risicatissime alla stampa, solo tv di serie A e la conferenza stampa ufficiale al fianco di Luhrmann e dei colleghi Carey Mulligan, Tobey Maguire, Isla Fischer, e Joel Edgerton. È stata, com’era da aspettarselo, una conferenza stampa molto garbata, dove sono emersi soprattutto i legami forti del cast, che tra l’altro all’inizio dell’incontro era molto gioviale e allegro.
Innanzitutto si è parlato del sodalizio tra DiCaprio e Luhrmann, nato da un’altra grande trasposizione letteraria, quella del Romeo e Giulietta di Shakespeare con filtro pop che ha lanciato da giovanissimo la carriera del giovane Leo. Riguardo al suo personaggio Leo ha detto: «Per me è stato un viaggio incredibile, ho vissuto un “Nuovo Mondo” in cui tutto era possibile. Mi sentivo Rockefeller. Ma nulla di questa dimensione concreta può competere con il miraggio di Daisy, un amore che ti assorbe completamente». Sul rapporto col regista australiano ha aggiunto: «La cosa più incredibile di Baz, tra le mille qualità che possiede? – ha dichiarato la star – È che ti ispira a pensare sempre più in grande di quanto tu già non ti sforzi. La sua visionarietà è tale che ti spinge a sognare. Ma quello che mi sorprende sempre di lui è il coraggio. Non è spaventato di prendere una storia classicissima e adattarla, perché alla fine che sia Shakespeare o Fitzgerald, lui arriva sempre all’essenza e alla verità». Ma è emersa anche la grande amicizia tra DiCaprio e Maguire, che nel film è il narratore della storia, ovvero Nick Carraway, che ha dichiarato: «Quello che ci lega è un affetto grandissimo e questo ovviamente ci ha aiutato nelle scene che abbiamo recitato insieme. Mi piace vedere Leo intento nel processo di creazione dei suoi personaggi. È una fortuna per me essere amico di un interprete così grande».
La Mulligan, perfetta nei panni della golden princess Daisy Buchanan, dal canto suo, ha sottolineato la scrupolosità filologica di Luhrmann, che l’ha costretta a leggere diversi libri sulla donna che avrebbe ispirato la figura di Daisy nella mente di Fitzgerald, portandola a identificarsi completamente con lei.
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