Cannes 2013: Nebraska di Alexander Payne, in viaggio con papà alla ricerca del passato
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Cannes 2013: Nebraska di Alexander Payne, in viaggio con papà alla ricerca del passato

Vi raccontiamo il nuovo film del regista di Paradiso Amaro e Sideways

Cannes 2013: Nebraska di Alexander Payne, in viaggio con papà alla ricerca del passato

Vi raccontiamo il nuovo film del regista di Paradiso Amaro e Sideways

Alexander Payne gira film sul passato, e i suoi discendenti. Li gira di solito in posti molto belli, e turistici – come le pianure californiane delle aziende vinicole (Sideways), o le Hawaii (The Descendents / Paradiso amaro) – per allungare la distanza tra gli impacci esistenziali dei protagonisti e la perfezione da cartolina degli scenari. La novità di Nebraska, presentato in concorso al Festival, è che invece questa dramedy on the road sull’amore di un figlio per suo padre è ambientata tutta in posti orrendi, ripresi in bianco e nero: paesini del Montana, e appunto del Nebraska, con nomi di scrittori o presidenti, in cui il massimo del fascino lo esercitano i fienili scrostati.
La storia è quella del vecchio Woody Grant (Bruce Dern), ottantenne un po’ rimbambito che vive a Billings con la moglie (cinica, grassoccia e un po’ maiala), a due passi dai figli grandi. Un giorno trova una cartolina promozionale in una rivista e si convince di aver vinto un milione di dollari. Per ritirarli, però, deve arrivare fino a Lincoln, e sono quasi 2000 chilometri. A portarlo fin là decide di pensarci uno dei suoi ragazzi, David (Will Forte), come scusa per un tuffo nel passato: sulla strada infatti c’è anche Hawtorne, il posto dove Woody è cresciuto e David è nato. Qui voce della presunta vincita si sparge, e i sorrisi si moltiplicano: ognuno spera di portarsi a casa qualche briciola del milione. Ma i soldi non ci sono, e i vecchi amici si trasformano in fretta in un covo di serpi.
Film piccolo e buffo, con momenti di sincerità disarmante (soprattutto grazie a Dern), ma anche un plotone di discutibili macchiette “coeniane” (per esempio la signora Grant, o i due cugini prepotenti) che stanno lì a far mucchio e minutaggio, Nebraska ha il difetto principale di arrivare poco dopo un film assai più riuscito nel sovrapporre provincia, passato e fallimenti esistenziali, come Young Adult, che evitava qualsiasi consolazione posticcia. Nel film di Payne gli intenti sono diversi, la famiglia è un luogo di protezione e sostegno reciproco – anche quando è assemblata per caso (Woody confessa a Grant di non aver mai programmato di avere figli, ma sua moglie era cattolica e rifiutava il preservativo) – e alle piccole miserie corre parallela la fiducia nella buona volontà delle persone veramente care.

Qui sotto una clip del film in cui uno dei vecchi amici di Woody, convinto che ora sia ricco, gli chiede 10.000 dollari.

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