Sylvester Stallone, Jason Statham, Antonio Banderas, Wesley Snipes, Mel Gibson, Harrison Ford, Arnold Schwarzenegger, Kellan Lutz e due milioni di dollari per promuovere l’evento a Cannes. Il cast di I Mercenari 3 fa commuovere chiunque sia stato bambino negli anni ’80 (ma non solo) nel vedere queste icone del cinema action recitare tutte lo stesso tetto.Durante la conferenza stampa sembrava di essere a cena tra amici (o a un matrimonio vista la location e la portata di gente presente). Battute, risate e quattro chiacchiere in tranquillità, tra pasticcini al cioccolato ecco cosa ci hanno raccontato:
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Come franchise di successo che linea avete adottato per I Mercenari 3?
Sylvester Stallone: «Nel primo non sapevamo che direzione avrebbe preso la saga. Nel secondo siamo andati lontano dalla commedia. Mentre nel terzo abbiamo alternato i registri, quelli della commedia e del drama, perché è questo che il pubblico vuole, e siamo sicuri che funzionerà perché è un po’ come i matrimoni, al terzo va bene!»
Che ne pensa dei film d’azione di oggi, paragonandoli a quelli degli anni ’90?
SS: «I registi danno al pubblico quello che vuole. Le dinamiche sono cambiate e adesso va bene per questa generazione, mentre noi apparteniamo a un’altra. E’ questa l’evoluzione ma forse in futuro chi sa, si tornerà a un cinema action più semplice».
Arnold Schwarzenegger: «Devi avere una grande storia per le mani, l’assunto è sempre lo stesso. Noi ce l’abbiamo una grande storia, per un gran film e un gran franchise. Sono molto contento e ne faremo altri tre! E spero vivamente di essere nei prossimi tre. I film action sono un grande interattenimento, un linguaggio universale per tutto il mondo».
Che cosa costituisce l’eroe perfetto azione?
SS: «Deve essere incredibilmente intelligente, sexy, avere un altissimo quoziente intellettivo, tanti capelli e bei denti! Non lo so, è indefinibile. E un qualcosa di tangibile ma inspiegabile, raro a trovarsi, ma quando c’è ti rende un vero eroe action».
Che effetto vi ha fatto lavorare con attori del calibro dei vostri colleghi “più anziani” in I Mercenari 3?
Kellan Lutz: «Emozionante! Noi giovani abbiamo avuto questa impressione. E’ stato elettrizzante lavorare con leggende, è incredibile divertente e surreale».
Ronda Rousey: «Ho sempre vissuto situazioni folli nella mia vita, ma non sapevo come mi sarei trovata in questa. In realtà è stato tutto molto confortevole, veloce e confuso, ed è diventato tutto normale in poco tempo! Poi volete mettere, sono l’unica ragazza!»
E invece a lei che effetto ha fatto dirigerli?
Patrick Hughes: «Quando avevo otto anni giocavo con le action figures di Arnold e Harrison, è pazzesco che ora le diriga!La prima cosa che gli ho chiesto di fare era replicare il combattimento!»
Per voi “veterani” come vi siete trovati a recitare con dei “giovanotti”?
Harrison Ford: «E’ stato bello, sono stato poco sul set perché il lavoro era concentrato e veloce, ma ci siamo divertiti con questi ragazzi, e ragazza!»
SS: «Lincoln era alla casa bianca quando ci siamo conosciuti io e te vero Harrison? Questo è un film che unisce tutti, anche tra noi attori».
Kelsey Grammar: «Ho sempre ammirato Sly e entrare in questo franchise è stato un piacere a tutti i livelli, la connessione che c’è sul set è il motore del divertimento, anche sul grande schermo».
Antonio Banderas: «Quando sono andato a Los Angeles, ventitrè anni fa, mi hanno detto che se volevo rimanere e lavorare ad Hollywood avrei dovuto fare sempre la parte del cattivo tutta la vita perché sono ispanico! Oggi sono cambiate le cose, anche grazie a film come questi! Le persone sono invitate a far parte di film come questo, una hall fame of action hero, e questo significa molto per me e per la mia comunità».
Mel Gibson: «Non mi ricordo, forse sono troppo vecchio per questo franchise! È stato emozionante girare tutto in due tre settimane, e per la prima volta rivedo tutti!»
Quando ti renderai conto che sei troppo vecchio per continuare?
SS: «Ehm per cortesia lo scortiamo fuori? Scherzi a parte, quando mi sveglierò una mattina e mi cadrà qualche pezzo, be solo allora sarà il momento di mollare».
Come hai sviluppato il personaggio per renderlo credibile?
Mel Gibson: «Sono loro i cattivi non io! Io sono bravo, dovete vederla così! Se hai idee te le lasciano esprimere, questo vuol dire molto nel mondo del cinema».
Venti anni fa eravate in competizione ora lavorate insieme, che cosa è cambiato?
SS: «Arnold ha l’aereo più grande e anche i bicipiti, ma la cosa migliore è che non si abbatte mai. E’ una persona che non si arrende. Siamo molto simili in molti modi e ci siamo alleati, nel momento giusto. La competizione ci ha spinto a migliorarci ma quando arrivi a una certa età come noi posso solo dire che ringrazio Dio per Arnold!».
AS: «Lui per me è una grande ispirazione, eravamo molto competitivi. Eravamo al top delle carriere negli anni ’80 e sono stati tutti d’ispirazione per me per arrivare anche io li nell’olimpo con loro. Io e Sly ci siamo sempre rispettati. Poi adoro la sua arte, è timido non vuole dirlo, ma è un gran pittore!»
Se poteste scambiarvi i ruoli in un film quale sarebbe?
SS: «Terminator! Ma chi farebbe un cyborg che mi assomiglia?! Lui è perfetto! Lui è futuristico e io di strada».
Cannes 2014: photogallery, recensioni, conferenze stampa e video del Festival
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