Cannes 2014: Più buio di mezzanotte primo film italiano del Festival. Micaela Ramazzotti: «Mentre ero sul set allattavo mia figlia»
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Cannes 2014: Più buio di mezzanotte primo film italiano del Festival. Micaela Ramazzotti: «Mentre ero sul set allattavo mia figlia»

Il film di Sebastiano Riso apre la Semaine de la Critique. Ve lo raccontiamo attraverso le nostre parole e quelle dell'attrice, alla sua prima volta sulla Croisette

Cannes 2014: Più buio di mezzanotte primo film italiano del Festival. Micaela Ramazzotti: «Mentre ero sul set allattavo mia figlia»

Il film di Sebastiano Riso apre la Semaine de la Critique. Ve lo raccontiamo attraverso le nostre parole e quelle dell'attrice, alla sua prima volta sulla Croisette

In un Festival gigantesco ma istituzionale come Cannes, è più facile che le sorprese arrivino dalle sezioni parallele alla Selezione Ufficiale, ovvero la Quenzaine des Réalisateurs e la Semaine de la Critique. In quest’ultima, la più piccola di tutta la kermesse, l’anno scorso ha trionfato il film italiano Salvo, e un altro film italiano – Più buio di mezzanotte di Sebastiano Riso, in sala da oggi – è stato scelto stavolta per l’apertura.
È la storia di Davide, quattordicenne catanese che scappa di casa e si mischia a un gruppo di ragazzi di strada che gravitano dalle parti di Villa Bellini, il parco più grande della città. Questa piccola comunità di emarginati diventa la sua nuova famiglia, dove il ragazzino matura lentamente la propria identità sessuale e la propria autonomia emotiva. Pur campando di espedienti – piccoli furti, prostituzione – il ritorno a casa non è mai una possibilità, nonostante una madre che lo ama disperatamente (Micaela Ramazzotti) e un padre che, pur non accettando la sua natura, tenta sinceramente di tenerlo al sicuro (Vincenzo Amato).
Incontriamo Micaela Ramazzotti sulla spiaggia dietro il Palais, negli spazi del Villaggio Internazionale, quando l’ora di pranzo sarebbe passata da un po’ e abbiamo tutti una gran fame. Ha gli occhi stanchi e la voce fragile, che sono la sua debolezza e la sua fama, e dopo quattro ore di attività stampa si vede che deve ricordare a se stessa di sorridere, quel sorriso che le cambia il volto.
Il cielo sopra il mare è sgombro e pieno di sole, ma dietro le colline, a nord, un esercito di nuvole avanza senza fretta.

È la prima volta al Festival per te, quali sono le tue sensazioni?
«Mi sembra un giorno di festa, perché stiamo festeggiando l’arrivo a Cannes del cinema italiano e di un grande autore, con un personalità molto carismatica e un tocco tutto suo. Ha realizzato un film in cui c’è un po’ di David Copperfield di Dickens e un po’ di Pasolini».

Come sei stata coinvolta in questo progetto, che è anche un’opera prima?
«Sono tanti anni che ci stiamo lavorando, quasi quattro. Appena ho letto la sceneggiatura ho pensato che dovevamo farlo, me ne sono innamorata. C’è voluto un po’, alla fine l’abbiamo girato, e un mese fa Sebastiano mi ha chiamato e mi ha detto “Andiamo a Cannes!”».

Com’è stato il rapporto con Davide sul set?
«È una creatura meravigliosa. E poi quando vado sul set, per un film nuovo e con un regista nuovo, mi sento sempre un po’ come fosse la prima volta, un po’ spaesata, quindi non credo di averla vissuta in modo molto diverso da lui. In questo caso l’atmosfera “catanese” era molto forte, molto vibrante. Mi sono molto divertita nonostante le mie scene fossero molto drammatiche».

Era anche un periodo particolare per te.
«Quando sono andata sul set avevo appena partorito, avevo portato con me mia figlia e la allattavo. Ero in uno stato di grazia fisica, mi sentivo mamma all’ennesima potenza. Cullavo mia figlia vera e il mio figlio cinematografico».

A questo link, trovate tutte le nostre photogallery, recensioni, interviste e video da Cannes 2014

Qui sotto, la nostra video-intervista con Micaela Ramazzotti:

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