«Sarei stato un calciatore migliore se non avessi preso la cocaina». è una delle ammissioni che ha fatto ieri Diego Armando Maradona a Cannes, dove è stato presentato il film-documentario a lui dedicato da Emir Kusturica (Gatto nero gatto bianco), oltre alla dichiarazione che il suo sogno è di incontrare Julia Roberts. «Maradona potrebbe essere un eroe dei miei film, ma sembra uscito anche da un’opera di Sergio Leone o di Sam Peckinpah», dice il regista bosniaco. «Fosse vivo, Andy Warhol ne avrebbe fatto un’icona pop. Lui è il Marlon Brando dei nostri tempi». Dichiarazioni che palesano la sua idolatria per il calciatore argentino che, nel film Maradona by Kusturica , racconta tutta la sua vita, dagli inizi, al matrimonio, ai grandi goal (come quello di mano segnato contro l’Inghilterra nella coppa del mondo dell’86) ai tatuaggi di cui il “pibe de oro” ha una vera passione (uno enorme del Che campeggia sul suo bicipite destro, mentre Fidel Castro fa la sua comparsa su un polpaccio). Durante la conferenza palesano entrambi una grande sintonia sui problemi politici e un risentimento profondo per la bandiera a stelle e strisce. «Bush è un criminale di guerra, un assassino», dice Maradona e Kusturica prosegue, «Io vengo da 24 paesi diversi, tutti bombardati dagli americani dal ’45 in poi. Ci massacravano e le chiamavano azioni umanitarie». Ma questa non è l’unica cosa che hanno in comune. «Stessa visione della libertà, stessa religione pagana, stesso enorme debito pubblico…», elenca ancora il regista. «E poi siamo tutti e due istintivi, dionisiaci… se Maradona ha superato tutte le crisi che ha dovuto affrontare è per quell’energia che gli permette di tornare sempre alla vita». Vitalità e passione per il calcio che non ha mancato di dimostrare anche davanti ai fotografi. Lui sì che ci sa ancora fare con il pallone.
Ka.Eb.
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