Dopo Posti in piedi in paradiso e Sotto una buona stella torna al cinema Carlo Verdone con L’Abbiamo fatta grossa, ultima fatica del regista romano che del carattere italiano ha fatto poesia nostrana. Nel film interpreta l’investigatore privato Arturo Merlino, che contattato dall’attore teatrale Yuri Pelegatti (Antonio Albanese), finirà insieme a quest’ultimo in un’avventura ricca di equivoci e di grossi guai. Negli ultimi anni Verdone aveva un po’ abbandonato quella chiave favolistica che tanto lo ha fatto conoscere e amare dal pubblico nella sua carriera pluri-trentennale, ma alla fine tutto torna, come ha spiegato oggi lo stesso regista nel corso della conferenza stampa del film, affiancato dal suo amico, collega e co-protagonista Antonio Albanese, dal produttore Aurelio De Laurentis e dai co-sceneggiatori Pasquale Plastino e Massimo Gaudioso.
Ha detto Verdone. «Per questo film avevo bisogno di più libertà rispetto ai miei ultimi lavori, cosa che sono riuscito a ottenere anche e soprattutto grazie all’esuberante talento di Antonio. Sentivo il bisogno di sterzare, di cambiare nuovamente rotta, e così è venuto fuori L’Abbiamo fatta grossa, che è una sorta di commedia noir favolesca in chiave comica, anche se qualcuno potrebbe vedere nel finale una sottile critica di costume». Lui è Albanese sono i due mattatori del film, una coppia di forte alchimia. Spiega Albanese: «Questo è stato un progetto dove abbiamo potuto suonare i nostri corpi insieme, con fiducia e rispetto. Ci siamo divertiti e confrontati. Poi Carlo è davvero umile: mi lasciava scegliere insieme a lui i ciak». Interviene in proposito il regista: «Odio i registi autoritari che vogliono il controllo assoluto: per me un attore deve partecipare alla lavorazione passo dopo passo».
«Con Antonio è stato molto facile entrare in sintonia», prosegue poi Verdone: «anche grazie alla passione comune per la musica e per l’arte. Non ci siamo mai scavalcati, ma abbiamo lavorato con affetto e rispetto reciproco, cosa che ci ha permesso una lavorazione molto veloce e felice. Forse è il miglior attore con il quale abbia mai lavorato». Ma anche Albanese non risparmia il sua affetto per il regista: «Ricordo quando vidi Bianco, Rosso e Verdone a 18 anni. Rimasi esaltato dalla capacità di Carlo di raccontare l’Italia in modo se vogliamo sublime nella sua comicità. È un vero maestro del carattere italiano, e sicuramente, forse in modo indiretto, sono stato ispirato da lui e dai suoi film».
Carlo Verdone ha poi parlato del soggetto del film: «Un primo copione della pellicola era troppo complesso e raffinato. Allora ho cercato tra i miei vecchi appunti e ho avuto l’illuminazione. L’Investigatore privato è un personaggio molto interessante, perché ricco di sfaccettature. Io lo volevo sfigato e senza una lira in modo che rispecchiasse i problemi del personaggio di Antonio, per creare sintonia. Da lì la sceneggiatura è venuta da sé, anche grazie al grande aiuto di Pasquale Plastino e di Gaudioso».
Un esperimento, insomma, decisamente felice per gli attori, che a questo punto anticipano l’inizio di una possibile e proficua collaborazione: «Amerei moltissimo tornare a lavorare con Carlo», dice Albanese: «Vorrei anche dirigerlo per sfiancarlo, perché da stanco fa morire dal ridere». Verdone aggiunge: «Sì, siamo una coppia molto affiatata e vogliamo proseguire la nostra collaborazione, anche se poi sarà il pubblico a decidere. Abbiamo già qualche idea per un film che potremmo girare tra due anni. Siamo diversi ma capaci di accendere quella scintilla che solo la diversità riesce a creare».
Il regista chiude infine la conferenza stampa con un consiglio personale: «Sapete, io sono stato quasi obbligato ai social, ma l’altra sera ho condiviso sulla mia pagina Facebook una lettera di Seneca a Lucilio. Forse noi tutti potremmo prendere esempio se ne leggessimo una ogni notte, prima di andare a dormire. È meglio di qualsiasi ansiolitico. Personalmente sono come un’illuminazione e una carezza, proprio come le parole dovrebbero essere».
L’Abbiamo fatta grossa uscirà nelle sale il 28 gennaio.
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