Impeccabile e affascinante come sempre nel suo tubino lungo nero Armani, Nicole Kidman è stata uno dei superospiti della serata di ieri a Sanremo, preceduta da un montaggio di alcuni dei ruoli più famosi della sua carriera lunga 40 film, tra cui Eyes Wide Shut, Moulin Rouge!, The Others, Ritratto di signora, The Hours e altri ancora.
È scesa dalla celebre scalinata del Teatro Ariston al braccio di Carlo Conti, per approdare sul palco dove è stata accolta da un festoso applauso e dove si è svolta l’intervista con il conduttore della kermesse canora. Intervallando l’inglese con un italiano scolastico affatto male, ha detto: «Sono innamorata dell’Italia da quando ci sono venuta a 17 anni. La mia città preferita è Firenze» dice per ingraziarsi il conduttore e il pubblico, e poi precisa: «ma amo Roma allo stesso modo».
Conti le fa scegliere le tre canzoni della sua vita. Si parte da “Heroes” di David Bowie. «I veri eroi di oggi sono le persone che lavorano dietro le quinte, quelle che non ricevono premi: volontari, scienziati, sono loro per me gli eroi più straordinari» come Rosalind Franklyn, la scienziata semisconosciuta che ha scoperto il DNA in uno spettacolo del West End di Londra, il cui titolo è Photograph 51.
La Kidman poi sulle note della seconda cazone preferita, di suo marito Keith Urban, ha spiegato che per lei «la cosa più imporatnte che ci sia è la famiglia, e che tenere i figli accanto a sé a letto è la cosa più dolce che esista. Mi piace condividere tutto con loro, chiunque abbia dei figli sa di cosa parlo. Non c’è niente di simile all’odore dei propri figli».
A giugno festeggerà dieci anni di matrimonio, «ma ovunque io vada troverò sempre un mazzo di fiori e un biglietto di mio marito. Se dovessi scrivergliene uno io comincerei con Hey, baby…».
L’ultima canzone della playlist è Senza una donna di Zucchero che prova ad accennare. «Si sentiva tanto quando ero qui a girare Ritratto di Signora…», spiega lei.
Parla anche del suo ruolo di ambasciatrice della UN Women(l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa dei diritti delle donne: «Cerco di dar voce a chi voce non ha, come nel caso delle donne vittime di violenza. Bisogna assicurarsi che ci siano delle leggi a sostegno delle donne. Parlarne sempre per far sì che le donne non si sentano mai sole».
Per il futuro suo e delle sue figlie si augura «Ovviamente la salute e l’amore. Dare e ricevere amore è la cosa più grande che possiamo avere».
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