Casper, il vero passato del fantasmino è molto più tragico di come lo ricordate
telegram

Casper, il vero passato del fantasmino è molto più tragico di come lo ricordate

Se associate questo personaggio soltanto alla nostalgia per gli anni Novanta, ripensateci: la sua storia originale ha degli elementi molto più dark

Casper, il vero passato del fantasmino è molto più tragico di come lo ricordate

Se associate questo personaggio soltanto alla nostalgia per gli anni Novanta, ripensateci: la sua storia originale ha degli elementi molto più dark

Il fantasmino Casper nel film del 1995

Uno dei film più amati e più nostalgici degli anni Novanta è sicuramente Casper, basato sull’omonimo personaggio di Casper the Friendly Ghost, protagonista di cartoni animati e fumetti fin dagli anni Quaranta. Il personaggio era particolarmente insolito nel panorama dell’epoca: si tratta infatti di uno dei primi esempi di fantasmi rappresentati in maniera positiva. Come indica il suo nome originale, infatti, Casper non vuole affatto spaventare gli umani, ma al contrario è alla ricerca di amici.

Nella maggior parte dei fumetti e dei cortometraggi che lo vedono protagonista, la struttura della storia è sempre la stessa: Casper cerca di fare amicizia con qualcuno, ma finisce invece per spaventarlo, con un risvolto umoristico. Soltanto nel film del 1995 viene approfondita finalmente la sua backstory: come ricorderanno gli ex bambini degli anni Novanta, nella pellicola di Brad Silberling Casper è un bambino di dodici anni che muore di polmonite dopo aver preso freddo sulla neve. Tuttavia, si rifiuta di passare nell’aldilà, divenendo così un fantasma. Rimasto solo, suo padre, un grande inventore, cerca di inventare una macchina per far resuscitare il figlio, marchingegno che poi sarà centrale nella vicenda del film.

Questa è a tutti gli effetti la prima volta in cui viene menzionato il passato da umano di Casper: nei fumetti, infatti, è semplicemente un fantasma nato da genitori fantasmi. Ma se la sua storia vi sembra già abbastanza tragica così, sappiate che alcuni elementi che derivano dalle opere precedenti al film la rendono ancora più straziante.

Ad esempio, in un cortometraggio del 1948 si racconta di come il fantasmino non fosse cosciente di essere morto (elemento poi ripreso anche dal film live action), e di non poter stringere amicizia con gli altri per questo motivo. Rifiutato dagli umani e bullizzato dai suoi stessi compagni fantasmi, Casper arriva a odiare la sua vita così tanto da… cercare di uccidersi. Nel corto There’s Good Boos Tonight, sempre del ’48, riesce finalmente a trovare un amico: la volpe Ferdie, l’unico essere vivente a non aver paura di lui. Ma anche in questo caso la storia finisce con un momento tragico, perché Ferdie viene ucciso dai cacciatori, nonostante i tentativi di Casper di salvarlo (alla fine, però, riesce comunque a “tornare indietro” sotto forma di fantasma).

Insomma, se associate a questo personaggio soltanto la nostalgia per l’infanzia, ripensateci: già negli anni Quaranta, Casper per i bambini era sinonimo di paura, brividi ed elementi “sinistri”. Le sue storie erano infatti ricche di scene “dark”, che era impossibile trovare in altri prodotti dello stesso tipo. Una sorta di primo approccio al genere horror, in chiave ovviamente umoristica e family friendly.

Conoscevate questi particolari sull’amatissimo personaggio del film degli anni Novanta?

Fonte: Screen Rant

© RIPRODUZIONE RISERVATA