C'è ancora domani, Delia non è sola: i migliori film italiani sulla violenza di genere
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C’è ancora domani, Delia non è sola: i migliori film italiani sulla violenza di genere

L'esordio cinematografico di Paola Cortellesi offre un punto di vista inedito sull'orrore quotidiano della violenza domestica. Ecco altri magnifici esempi di cinema italiano dedicati alle diverse sfumature della violenza di genere

C’è ancora domani, Delia non è sola: i migliori film italiani sulla violenza di genere

L'esordio cinematografico di Paola Cortellesi offre un punto di vista inedito sull'orrore quotidiano della violenza domestica. Ecco altri magnifici esempi di cinema italiano dedicati alle diverse sfumature della violenza di genere

c'è ancora domani

Al netto di qualunque giudizio critico, C’è ancora domani di Paola Cortellesi ha senza dubbio saputo toccare il cuore del pubblico, pronto a tornare in massa nelle sale cinematografiche, disertate negli anni del Covid e della pandemia. E ora che il film è disponibile sulla piattaforma Netflix e sui canali Sky Cinema e Now Tv, una nuova ondata di spettatori ha iniziato a emozionarsi, interrogarsi o detestare il fenomeno cinematografico dell’anno (e forse perfino del decennio).

Dopo aver cercato di analizzare l’opera attraverso i riferimenti al Neorealismo e l’analisi della sceneggiatura e della struttura narrativa, abbiamo allora deciso di volgere lo sguardo indietro, in cerca dei migliori film italiani incentrati sui temi della violenza domestica e della violenza contro le donne in generale. Un tema che, nell’Italia di oggi, rappresenta quanto mai un nervo scoperto.

C’è ancora domani offre indubbiamente un punto di vista inedito rispetto alla Storia del Cinema italiano: nessuno aveva mai osato intessere un tema tanto sensibile attraversando anche i toni più lievi della commedia e del musical, scegliendo un colpo di scena finale dal chiaro messaggio politico. Se parliamo di relazioni tossiche, violenza psicologica e amori malati, uno dei più bei film mai realizzati nel nostro paese è Primo amore di Matteo Garrone (2004). L’opera seconda del cineasta romano, ispirata a un vero fatto di cronaca, racconta in modo magistrale una violenza che non lascia segni né lividi, senza coercizione, senza botte, eppure in grado di spezzare una vita. Michela Cescon incarna così la discesa agli inferi di una donna ridotta ai limiti estremi dell’anoressia da un compagno ossessionato dalla magrezza, interpretato dal compianto Vitaliano Trevisan. Due anni dopo, nel 2006, è poi la volta di Giuseppe Tornatore e La Sconosciuta, film che ha commosso profondamente il pubblico del nostro Paese, raccontando la vita di una ex prostituta ucraina, costretta anche a generare numerosi figli, venduti poi clandestinamente dal suo aguzzino. Una forma di violenza dall’efferatezza inimmaginabile, insostenibile, raccontata anche da Una famiglia di Sebastiano Riso con Micaela Ramazzotti (2017).

Se parliamo invece di violenza sessuale, ha fatto recentemente scalpore La scuola cattolica di Stefano Mordini (2021). Tratto dal saggio omonimo di Edoardo Albinati, ripercorre minuto per minuto le dinamiche di uno tra i più terrificanti fatti di cronaca nera degli anni ’70, il “Massacro del Circeo”. Benedetta Porcaroli interpreta Donatella Colasanti, rapita, violentata e torturata per giorni da tre cosiddetti “mostri”, ragazzi della Roma bene: Angelo Izzo, Gianni Guido e Andrea Ghira. A differenza della sua amica Rosaria Lopez, Donatella Colasanti riuscì a sopravvivere fingendosi morta, per poi rifiutare qualunque accordo economico e pretendere un equo processo, che ebbe un impatto fortissimo sull’opinione pubblica. Alla sua figura è dedicata anche la mini serie Circeo di Andrea Molaioli (2022), mentre la vera Donatella ha dedicato la sua intera esistenza a cercare giustizia e chiedere leggi più severe contro la violenza sessuale, fino al 1996 considerata solo un reato contro la morale, non contro la persona. Un’altra donna simbolo della lotta alla violenza di genere nel nostro paese è Franca Viola, prima ragazza siciliana negli anni ’70 a rifiutare il matrimonio riparatore dopo essere stata rapita e stuprata dal figlio di un noto boss mafioso. La sua figura è stata d’ispirazione per diverse opere, tra cui il film Primadonna di Marta Savina (2022).

L’amore rubato di Irish Braschi (2016), un film corale in cinque episodi ispirato ai racconti della celebre scrittrice Dacia Maraini, mostra poi attraverso gli occhi di diverse donne molteplici forme di violenza, spaziando dalle molestie sul lavoro alla gelosia morbosa, arrivando fino alla violenza familiare. L’orrore della violenza familiare è poi al centro de La bestia nel cuore di Cristina Comencini (2005), dove la toccante interpretazione di Giovanna Mezzogiorno ci ricorda quanto questo genere di violenze marchi per sempre la vita delle vittime, anche ad anni di distanza, anche quando ormai vivono in un contesto sereno e perfino felice. E se siete tra quanti hanno apprezzato C’è ancora domani di Paola Cortellesi, vi consigliamo anche un altro film dedicato a una donna in fuga da un marito violento, La vita possibile di Ivano De Matteo (2016). Infine, vogliamo consigliarvi anche un film in uscita il prossimo 16 maggio, Una storia nera di Leonardo D’Agostini, con Laetitia Casta e Lea Gavino.

Tra i molti pregi di C’è ancora domani va comunque riconosciuta la capacità di riaccendere i riflettori su una delle ferite aperte della società italiana, quella dell’emancipazione femminile e della violenza di genere, mentre il numero di femminicidi diventa di anno in anno sempre più allarmante. E in attesa di scoprire quanti premi, tra le 19 nomination ai David di Donatello, saranno destinati a coronare lo storico successo che il pubblico sovrano ha già assegnato all’esordio alla regia di Paola Cortellesi, fateci sapere le vostre opinioni attraverso i commenti.

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