Fuori dall’Italia i raccomandati! È il grido di C’è chi dice no, il film di Giambattista Avellino (il regista conosciuto per i film Il 7 e l’8 e La matassa) nelle sale per Universal dall’8 aprile. Cosa succede quando tre ex compagni di classe, brillanti professionisti, si ritrovano senza posto di lavoro scavalcati dai soliti raccomandati? La risposta provocatoria e amara è la vendetta.
Max Rizzi (Luca Argentero) è un giornalista che sta per essere assunto dopo anni di collaborazione e di ferie non pagate ma il suo posto è assegnato alla figlia di uno scrittore; Irma Camuzzo (Paola Cortellesi) è un medico in attesa del contratto di lavoro ma al suo posto subentra la bella fidanzata austrialiana del brutto primario, mentre Samuele Bazzoni (Paolo Ruffini) è un ricercatore di Diritto penale che non vince il concorso perché in lizza c’è il genero del professore (Giorgio Albertazzi) bello e senza cervello. «O lo facciamo adesso o è finita», dice Max per incoraggiare gli amici a rendere invivibile la vita dei loro raccomandati. E mentre i loro capi continuano a ripetere che fuori c’è il nulla, i tre fondano il gruppo de “I pirati del merito”.
«Il film è ambientato a Firenze», spiega il regista, «ma potrebbe essere girato in ogni città da Messina ad Aosta. Dal punto di vista narrativo insieme allo sceneggiatore Fabio Bonifacci (sue le commedie Diverso da chi? o Si può fare) volevo mettere in una situazione più complessa i nostri personaggi. Persa quell’occasione professionale sarebbero stati senza altre alternative. Abbiamo scelto la chiave della commedia con un finale non consolatorio ed edulcorato. Proprio il finale è stato argomento di lunghe discussioni. Volevamo mettere in scena un seme che seminato rappresenta la rinascita di una società». Una rinascita che secondo Luca Argentero «potrebbe essere fatta di piccoli gesti. Chi di noi non ha pensato a qualche scorciatoia per non fare la fila dal medico o per gestire un’assicurazione? È un atteggiamento radicato nella nostra mentalità che spesso condiziona le nostre decisioni». Sui no pronunciati Paola Cortellesi ha raccontato: «Ho ricevuti molti no e ho detto anche io altri no: l’importante è accettare il rifiuto come parte naturale del mestiere ». E Paolo Ruffini, scherzando, aggiunge: «Mi meritavo più no. Li ho ricevuti anche io, ma sono di più i si. La nostra è una commedia con un velo di amarezza: le risate aiutano a pensare meglio».
Sotto, il trailer di C’è chi dice no:
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