C'è solo un horror recente che è riuscito a spaventare persino il regista de L'Esorcista
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C’è solo un horror recente che è riuscito a spaventare persino il regista de L’Esorcista

Un film che scava in tematiche care a William Friedkin: un’indagine psicologica sulla depressione, sul lutto e sulle difficoltà della genitorialità

C’è solo un horror recente che è riuscito a spaventare persino il regista de L’Esorcista

Un film che scava in tematiche care a William Friedkin: un’indagine psicologica sulla depressione, sul lutto e sulle difficoltà della genitorialità

Collage film horror The Babadook e William Friedkin

William Friedkin ha ridefinito il genere della possessione demoniaca con L’Esorcista, dando vita a un’esperienza cinematografica che ancora oggi viene considerata tra le più terrificanti di sempre. Il regista, morto ad agosto 2023, si è fatto conoscere per il suo approccio realistico all’horror, capace di turbare profondamente lo spettatore senza ricorrere a espedienti superficiali. Ma quali sono i film dell’orrore che hanno realmente terrorizzato un maestro del genere? Tra i classici che ha citato nel corso degli anni figurano Psycho, Alien e il giapponese Onibaba del 1964. Tuttavia, c’è un solo horror recente che è riuscito a sorprenderlo e a inquietarlo: The Babadook.

L’abilità di Friedkin nel creare tensione e paura non si basa solo sugli elementi soprannaturali, ma soprattutto sulla profondità psicologica dei suoi personaggi. Ne L’Esorcista, il senso di terrore non è ascrivibile unicamente agli effetti speciali o alle scene più iconiche del cult. Ciò che rende il film così disturbante è l’angoscia provata dalla madre, Chris MacNeil, che vede la figlia Regan trasformarsi in qualcosa di irriconoscibile, senza poterla aiutare. Friedkin riesce a toccare una paura ancestrale: l’impotenza di un genitore di fronte alla sofferenza del proprio figlio.

Proprio per questo, non sorprende che il regista abbia un debole per film horror che siano fortemente radicati nella realtà, esattamente come The Babadook. In una vecchia intervista con Vice, ha spiegato perché fosse sempre stato attratto dai racconti dell’orrore: «Il genere mi ha sempre interessato perché permette di raccontare storie ad alta intensità su personaggi che non hanno vie di fuga».

Ha poi fatto riferimento proprio al film australiano del 2014, che racconta la storia di una madre single, Amelia, e del figlio autistico, Samuel, perseguitati da una sinistra presenza legata a un libro per bambini. In merito alla sua passione per The Babdook, ha dichiarato: «Mi ha preso alla sprovvista e ci ho creduto. In fondo, il film parla della difficoltà di essere una madre single con un figlio problematico. Una situazione realistica, con personaggi veri, che ho trovato profondamente toccante».

Questo è un elemento chiave per comprendere il tipo di horror che Friedkin apprezzava: The Babadook non è solo un film sui mostri, ma un’indagine psicologica sulla depressione, sul lutto e sulle difficoltà della genitorialità. L’orrore nasce dalla mente dei protagonisti, dal loro dolore e dalle loro paure più profonde, qualcosa che rende la storia credibile e quindi ancora più disturbante.

Se L’esorcista è diventato un cult per la sua capacità di rendere il soprannaturale estremamente realistico, lo stesso si può dire di The Babadook. Entrambi i film costruiscono la paura su fondamenta emotive solide, facendo leva su traumi e sofferenze reali per aumentare l’impatto delle loro atmosfere horror.

Friedkin ha sempre creduto che l’autenticità fosse il valore essenziale per costruire un buon horror. Non a caso, quando nel 1990 ha diretto The Guardian, film che tentava di unire il realismo con elementi da horror sovrannaturale, il risultato non è stato all’altezza delle sue aspettative. È tornato invece alla sua cifra stilistica con Bug nel 2006, un horror psicologico claustrofobico che esplora la paranoia e il crollo mentale.

La sua ammirazione per The Babadook conferma questa visione: il vero terrore non deriva solo da fantasmi o demoni, ma dalla profondità con cui una storia riesce a colpire le paure umane più intime. E se persino il regista de L’Esorcista ha trovato inquietante il film di Jennifer Kent, è chiaro che ci troviamo di fronte a un’opera horror di rara potenza.

Foto: Rosdiana Ciaravolo/Getty Images

Fonte: Vice

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