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Lily James sembra una bambina dentro un negozio di caramelle tanto è allegra, sorridente e costantemente in movimento. Non riesce a trattenere le risate e agita frenetica il piede, stretto in saldali neri dal tacco vertiginoso. Indossa un abito rosso Gucci, che la rende una Cenerentola ancora più contemporanea di quella che porta in scena.
Richard Madden invece è più serio, forse timido, il blu del vestito mette in mostra i bellissimi occhi azzurri che fanno di lui un principe in carne e ossa. E poi la vera star, Kenneth Branagh, l’attore, sceneggiatore e regista inglese, uno dei pochi ad essere stato candidato agli Oscar in 5 diverse categorie. Un vero genio e un vero gentleman, come dimostra fin dalle prime battute.
Siamo all’Hotel Principe Savoia di Milano, un catalogo di pavimenti in marmo, specchi che salgono fino al soffitto, tappeti persiani e cornici dorate. Qui incontriamo gli attori e il regista di Cenerentola, l’adattamento live action della fiaba centenaria che Disney ha fatto conoscere ai bambini di tutto il mondo.
La storia è nota: la povera orfana maltrattata dalla matrigna e dalle sorellastre, che per amici e confidenti ha i topi con cui condivide la soffitta in cui è stata relegata, ha promesso alla madre in punto di morte di essere sempre “gentile e coraggiosa”. E così sarà, di fronte ai soprusi domestici, finché non arriverà l’amore.
«Volevamo creare una fiaba moderna» dice Branagh. «Quello che mi piace nel confrontarmi con i grandi classici è rivoluzionarli dall’interno. E così in questo film Cenerentola non è la ragazza passiva che aspetta di essere salvata, ma una giovane donna artefice del proprio destino.»
Gentile e coraggiosa, appunto, come lo sono stati i giovani attori, entrambi provenienti dall’universo delle serie tv (Downtown Abbey e Il Trono di Spade, rispettivamente) e alla loro prima prova in un film a così alto budget.
«Più volte ho pensato di non farcela» ci confessa Lily James, «Una volta sul set sono scoppiata in un pianto isterico, non riuscivo più a respirare, Richard è venuto da me e ha cercato di calmarmi. Ma poi, incoraggiata e sostenuta da Kenneth (Branagh n.d.r.), è diventato via via tutto più semplice. Una delle scene più difficili da girare è stata quella del ballo, dovevo impersonare una vera principessa in un contesto da sogno. Indossavo un abito bellissimo, ma molto pesante e davvero ampio. C’erano da scendere molte scale e avevo paura di inciampare, e poco dopo dovevo anche ballare! Poi si sono aperte le porte e sono stata catapultata all’interno della magia creata dalle scenografie pazzesche di Dante Ferretti. Il salone era spettacolare, c’erano più di 5000 candele accese, 600 tra figuranti e artisti, e la musica era qualcosa che non avevo mai sentito prima. Non si trattava di recitare, ma di vivere, lasciandosi trasportare dalle emozioni.»
«Per me è stata la stessa cosa» interviene Richard Madden. «All’inizio ero titubante, non ero sicuro fosse il ruolo adatto a me, ma poi quando ho saputo che alla regia c’era un maestro come Brenagh e ho letto lo script, non ho avuto nessun dubbio. Certo non è stato semplice, anche perché abbiamo ricreato il principe partendo da zero. Doveva essere allo stesso tempo un uomo, un guerriero, un figlio, un amico e un innamorato. Ho studiato i veri reali, soprattutto quelli dei piccoli principati, come Monaco, e ho letto i libri che un principe dovrebbe leggere, come Le Meditazioni di Marco Aurelio e il Principe di Macchiavelli, suggeritimi da Kenneth. È anche capitato che sul set venisse la mia famiglia, a cui sono immensamente legato, e ha reso il tutto ancora più bello.»
Cenerentola parla a grandi e piccini con il linguaggio dell’amore e di una fantasia sfrenata. E quando chiediamo ai protagonisti se credono nell’amore a prima vista rispondono così: «Io ci credo» dice Richard, «ma credo anche che ce ne rendiamo conto solo a posteriori. Per esempio, nel film, i due si innamorano già nel bosco, al primo incontro, ma il Principe lo capisce solo dopo che la vede per la seconda volta al ballo.»
E Lily conferma: «Si anche per me è così».
Noi le crediamo. E crediamo nell’amore, a prima o a seconda vista che sia, e nei film che sono capaci di raccontarlo.
Nella photogallery qui sotto, le foto più belle del photocall:
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Foto: Kikapress
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