Gli angeli sono pronti a tornare in azione: il prossimo 9 gennaio arriverà in sala un nuovo reboot ispirato allo show televisivo che dal 1976 al 1981 ha appassionato un’intera generazione con una serie di imprese impossibili portate a termine da tre insospettabili agenti segreti al femminile. E pensate che l’idea alla base del progetto, ovvero quella di tre donne affascinanti in grado di opporsi a pericolosi criminali, era stata inizialmente bocciata alla ABC perché ritenuta poco credibile. La serie non solo riscosse successo a livello globale, ma nel 2000 è stata riproposta sotto forma di action movie con protagoniste Drew Barrymore, Cameron Diaz e Lucy Liu. Trio che, grazie all’azzeccatissima alchimia tra le protagoniste, porta anche a un sequel dal titolo Charlie’s Angels più che mai (2003). A distanza di oltre 15 anni gli angeli tornano in servizio. Questa volta dietro la macchina da presa c’è una donna, Elizabeth Banks, che ha anche curato la sceneggiatura e che ricoprirà il ruolo di Bosley, ovvero la figura che fa da intermediario tra le tre ragazze e il capo dell’organizzazione, il fantomatico Charlie di cui non viene mai svelata l’identità.
Le nuove Charlie’s Angels hanno il volto di Naomi Scott (Aladdin, Power Rangers), Ella Balinska (volto della serie Tv The Athena) e di Kristen Stewart, che dopo una serie di ruoli più autoriali, come la Jean del biopic Seberg e la Bridget Sullivan di Lizzie, si rilancia nel cinema pop con un personaggio action. È lei infatti Sabina, la più “punk” tra le tre in questo team di angeli next gen. Nell’intervista ci racconta quali sono i punti di forza di questi agenti segreti in rosa e come, attraverso la sua visione, Elizabeth Banks ha saputo portare una ventata di aria fresca al franchise.
Qual era la tua relazione con le Charlie’s Angels prima di girare questo film?
«In realtà non conoscevo bene la serie Tv, in cui ricordo recitava Farrah Fawcett con quegli splendidi capelli, ma purtroppo non l’ho mai guardata. Al contrario conoscevo bene i film ispirati a questo serial con cui sono cresciuta. Se dovessi scegliere un angelo con cui mi identificavo da piccola ti risponderei assolutamente quello di Drew Barrymore, per me era una vera e propria rockstar, una randagia totale. Invece una delle mie migliori amiche, crescendo, somigliava sempre di più al personaggio di Cameron Diaz: divertente, ma anche un po’ impacciata e appassionata di ballo. Credo che quei film a modo loro siano stati iconici, ho sempre sognato di diventare una loro amica».
Come potresti descriverci il tuo personaggio, che oltretutto porta un nome insolito come Sabina…
«Credo che proprio il nome sia stata una delle scelte più interessanti, mi ci sono subito affezionata. Sabina è una sorta di wildcard, ha un ego smisurato ma ama le persone, anche se può sembrare arrogante perché spesso si pavoneggia, ma allo stesso tempo rischia anche di apparire goffa. Chiaramente si capisce che arriva da una famiglia privilegiata, ma è altrettanto chiaro che si è allontanata da quel tipo di vita agiata e che si preoccupa per le altre persone. È una che vuole stare ovunque, le piace far festa, vuole divertirsi, anche a rischio di far cose pericolose. Sabina credo sia stata una scelta perfetta per un personaggio con queste caratteristiche».
Continuate a leggere l’intervista a Kristen Stewart sul numero di gennaio di Best Movie in edicola dal 2 gennaio
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