Tra i tanti spot trasmessi la scorsa domenica nel corso del Superbowl (l’evento sportivo americano che ha fatto registrare un record di spettatori), uno di quelli che ha fatto più clamore è stato senz’altro quello della Chrysler/Fiat, initolato It’s Halftime in America, con protagonista Clint Eastwood.
A scatenare il dibattito il lungo monologo-tributo rivolto dal regista all’America : “It’s Halftime in America. And our second half is about to begin. All that matters now is looking ahead and finding a way forward” (ovvero “é il secondo tempo in America. E il nostro secondo tempo sta per iniziare. Tutto ciò che conta ora è guardare avanti e trovare un modo per proseguire.”). Un augurio ottimistico del regista al suo Paese, in riferimento alle difficoltà della crisi economica, delle banche e dell’industria automobilistica in particolare, salvata dal presidente Obama nel 2009 dal tracollo finanziario. Quello che ha stupito molti è stato proprio il fatto che Eastwood, apertamente legato al partito repubblicano, ai tempi avesse criticato quella manovra di salvataggio, affermando che “se un CEO non è in grado di trarre profitto dalla sua azienda allora non dovrebbe essere il CEO”.
Nello spot Eastwood sottolinea piuttosto la capacità di reagire compattamente dell’America ferita: “La gente di Detroit ‘ne sa qualcosa. Loro hanno perso quasi tutto. Ma ci siamo uniti e ora Motor City sta combattendo ancora”.
In un’intervista rilasciata ieri l’attuale CEO Sergio Marchionne ha rivelato che il regista non ha voluto nessun compenso per lo spot che quindi “non è stato fatto per motivi economici”. Intanto il portavoce di Eastwood ha puntualizzato che non c’era nessun intento politico nell’operazione che ha meritato anche gli elogi del New York Post: “Clint Eastwood ha segnato uno dei pochi touchedown tra gli spot trasmessi al Super Bowl la notte scorsa”, e la nomina a “the king of the Super Bowl spots” da parte del CNN Money.
Fonti: Huffingtonpost; Windsorstar
Ecco lo spot:
http://youtu.be/_PE5V4Uzobc
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