Cine&Comic Fest 2019: Luca Argentero, (super)eroe del quotidiano
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Cine&Comic Fest 2019: Luca Argentero, (super)eroe del quotidiano

L'attore torinese, molto generoso col suo pubblico, ha presentato il film Copperman, di cui è protagonista, ma si è raccontato a 360° gradi dall'esordio nel Grande Fratello all'esperienza internazionale Mangia prega ama, fino ai progetti futuri come Leonardo e Brave ragazze

Cine&Comic Fest 2019: Luca Argentero, (super)eroe del quotidiano

L'attore torinese, molto generoso col suo pubblico, ha presentato il film Copperman, di cui è protagonista, ma si è raccontato a 360° gradi dall'esordio nel Grande Fratello all'esperienza internazionale Mangia prega ama, fino ai progetti futuri come Leonardo e Brave ragazze

Luca Argentero

La Piazza delle Feste del Porto Antico di Genova si tinge di rosa al tramonto per accogliere Luca Argentero, ospite di Giorgio Viaro per l’ultima serata cinematografica del Cine&Comic Fest 2019.
Luca guarda il pubblico, a maggioranza femminile, e scherza: «Invece che parlare possiamo fare direttamente le fotografie, sarà comunque un successo».

Le foto arriveranno e l’attore torinese si presterà con generosità al suo pubblico, ma tra i due momenti si sviluppa una bella chiacchierata su passato, presente e progetti futuri con un occhio a Copperman, il fortunato film di Eros Puglielli, a metà tra cinecomic e Forrest Gump, proiettato qui al Fest.

«Ogni volta che mi chiedevano che film avrei voluto fare la risposta era immediata: un film di supereroi. Era un sogno nel cassetto che ritenevo irrealizzabile, un sogno che invece si è avverato proprio con Copperman. È la storia di Anselmo, un ragazzo speciale che ha una ferma volontà di aiutare il prossimo e questa sua volontà è il suo superpotere. Il film è stato pensato in modo diretto e trasversale come una fiaba e ci hanno lavorato persone straordinarie, maestranze che hanno messo professionalità ed un enorme talento. Farlo non è stato solo divertente, è stato pure istruttivo. Raccontare di questo personaggio, sospeso tra fanciullezza ed età adulta è stato un po’ un modo per prendere coscienza dell’essere diventato un uomo».

La crescita e la voglia di raccontarsi attraverso le storie, le sfide e le sconfitte di tre eroi del ‘900, il ciclista Luigi “Luisìn” Malabrocca, inventore della maglia nera al Giro d’Italia, l’alpinista Walter Bonatti e il campione di sci Alberto Tomba, costituiscono l’ossatura dello spettacolo teatrale È questa la vita che sognavo da bambino, scritto insieme ad Edoardo Leo.

«Arrivato a 40 anni ho cominciato a fare bilanci e mi son trovato con Edoardo a raccontare le storie di quei tre grandi uomini, del loro esempio e di come abbiamo in qualche modo influenzato la mia vita. Quelle tre storie sono diventate uno spettacolo teatrale, nel quale mi metto in gioco ignorando la quarta parete – quella tra palco e platea – per uno spettacolo che coinvolge il pubblico».
Durante la serata parla di quelle che si riconosce come due qualità decisive per l’effetto che hanno avuto sulla sua vita: curiosità e coraggio.
«Entrambe sono qualità che mi riconosco. Credo ci sia voluto del coraggio per andare dai propri genitori, a pochi mesi dalla laurea in Economia e Commercio, e dire che avrei partecipato al Grande Fratello. Coraggio ma anche curiosità, perché spesso nella vita – tanto quella professionale quanto quella privata – mi sono trovato a voler esplorare, a cercare di spendere il mio tempo con cose che lo rendessero interessante».

Questo principio lo applica al suo spirito filantropico, ma anche pratico, nel voler aiutare l’avvio di progetti, start up intraprese da ragazzi con un’idea e qualche sogno da realizzare, ma anche alla sua onlus, un progetto verso il quale mostra tutta la sua passione.
«Con Uncaffé.org, rintracciabile anche su Instagram, abbiamo voluto, nella piena tradizione partenopea del caffè sospeso, sostenere cooperative, progetti, spazi di solidarietà attivi, con l’invito ad offrire un simbolico caffè al giorno, un contributo minimo, che però consente a gruppi di persone di continuare a prendersi cura degli altri. Esiste un mondo di eroi del quotidiano ad ogni angolo di strada e il nostro progetto è cercare di aiutarli a farsi conoscere, soprattutto in un momento nel quale aiutare il prossimo sembra quasi un reato».

Guardando alla sua filmografia, salta agli occhi il fatto che siano stati molti più i film autoriali che quelli leggeri.
«Quando mi propongono una storia non sto a badare al tipo di cinema che rappresenta ma alla storia. Da ogni film a cui ho partecipato ho imparato sempre qualcosa, tanto da registi come Michele Placido, Francesca Comencini o Marco Risi quanto dalle commedie natalizie».
Parla anche della sua esperienza con Ryan Murphy nel 2010 per Mangia prega ama, un film dal cast stellare, amato dal pubblico che lo premia ad ogni passaggio TV.

«Ryan è una persona interessante ma credo che, durante quel film, forse perché fuori dal contesto seriale o forse per la parata di star che quel film propone, si sentisse spaesato, una sensazione che il film si porta appresso».

«Posto che un errore è tale solo dopo averlo fatto, mai prima – ripete come fosse un mantra -, ho trovato importante anche l’aver posato per il calendario di Max, nel 2004, così come il Grande Fratello. Entrambi sono arrivati in momenti importanti della mia vita ed anche quelle due esperienze sono state formative. Il Grande Fratello all’epoca era un esperimento antropologico unico e per me, che avevo 24 anni, fu un momento di grande divertimento; discorso analogo per il calendario. Lo chiesero a me dopo che lo avevano fatto Alessandro Gassmann e Raoul Bova, è stato un onore essere coinvolto dopo di loro, anche se ancora oggi, per certe pose, ho amici che mi prendono in giro. Spesso quello che alcuni paventano come un errore è solo una nuova opportunità».

Quando parla di progetti futuri conferma il fatto di essere un esploratore di esperienze cinematografiche. «A settembre sarò un giovane Leonardo Da Vinci per un film d’arte che racconta il grande genio del Rinascimento in una veste inedita, lontana dall’iconica barba bianca della sua vecchiaia ma nel pieno della sua giovinezza, quando era uomo di corte, ingegnere e mastro d’armi. Nel frattempo ho appena firmato per una serie TV nella quale sarò un medico, e sorrido immaginando che un giorno le persone potrebbero fermarmi per chiedere un consiglio».

In linea con quanto emerso nelle scorse serate, anche Argentero, parlando del suo prossimo film, Brave Ragazze, si allaccia ai discorsi fatti da Isabella Ragonese e Linda Caridi durante la rassegna Dive sul mare. «In un momento di grande affermazione femminile con il #MeToo, ho trovato ottima la possibilità di mettermi al servizio di un film femminile, tratto da una storia vera, diretto da Michela Andreozzi e con Ambra Angiolini, Serena Rossi e Silvia D’Amico, oltre a Ilenia Pastorelli».

A fine incontro arriva il momento delle foto, delle parole scambiate con le fan e del suo mettersi a disposizione con pazienza.

«Cosa direi al me stesso bambino?», chiede per rispondere alla domanda marzulliana che Viaro ha fatto ai suoi ospiti, «di prepararsi, perché sarà proprio bello».

Qui sotto potete vedere Argentero che parla col nostro direttore Giorgio Viaro durante l’incontro al Cine&Comic Fest di ieri sera.

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