Cine&Comic Fest 2019 ospita Ilenia Pastorelli: «Vincere il David è una grande responsabilità»
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Cine&Comic Fest 2019 ospita Ilenia Pastorelli: «Vincere il David è una grande responsabilità»

Protagonista della terza giornata dell'evento, l'interprete femminile di Lo chiamavano Jeeg Robot ci ricorda che: «Il cinema è una cosa semplice, fatto di immagini, prospettive e grandi interpreti»

Cine&Comic Fest 2019 ospita Ilenia Pastorelli: «Vincere il David è una grande responsabilità»

Protagonista della terza giornata dell'evento, l'interprete femminile di Lo chiamavano Jeeg Robot ci ricorda che: «Il cinema è una cosa semplice, fatto di immagini, prospettive e grandi interpreti»

Quando intorno alle 8 di sera viene raggiunta l’Isola delle Chiatte – spazio nuovo e suggestivo che il Cine&Comic Fest ha conquistato per questa terza edizione – le parole pronunciate da Enrico Vanzina meno di 24 ore prima trovano una forma, quasi a sottolineare la dichiarazione d’amore che l’autore romano ha fatto ad una delle città più belle del mondo. Sicuramente la più schiva.

Uno specchio d’acqua che si muove appena e che fa dondolare la struttura, con la città di Genova ripiegata su sé stessa come se fosse un grande anfiteatro. Un paesaggio felliniano, con barche a vela e piroscafi che attraversano l’orizzonte, con al centro la prima serata della rassegna Dive sul mare.

Ilenia Pastorelli arriva all’isola dopo aver attraversato la Passeggiata De André, e si presenta al pubblico con un sorriso timido. Diva di grande fascino ma anche coi piedi ben piantati per terra.

«Sono cresciuta in un contesto normale – risponde quando Giorgio Viaro le chiede se era questo il mondo che sognava da bambina – nel quale la percezione del lavoro era qualcosa di concreto. Per questo quando mi sono trovata catapultata in questo mondo, mi sembrava di essere dentro una specie di gioco».

Accanto a lei, ospite a sorpresa, c’è Michele Rech, alias Zerocalcare, co-direttore del Fest, che con Ilenia si trova a condividere lo stesso punto di vista.

«Io non so se quello che faccio oggi sarà quello che farò per sempre, e il senso di incertezza lo vivo quotidianamente – racconta il fumettista – ma a darmi serenità c’è la sensazione che, avendo un certo pubblico sui social, non dovrei avere difficoltà a trovare qualcuno a cui servano le ripetizioni».

«Beato te – risponde Ilenia – io non ho neppure quella certezza», scherza. Ma il discorso che fa è serio: «Quando quello che faccio è diventato un mestiere, dopo anni di incertezze, ho cominciato a vivere in una dissonanza tra percepito e reale. Uno spazio nel quale era difficile far conciliare il mio quotidiano, fatto di corse in autobus e spesa, con quello che la gente si aspettava facessi, come se la vita di un attore fosse altro. In certi momenti ancora mi sorprendo per il lavoro che faccio, per le soddisfazioni che offre e per il tipo di fiducia e di costanza che chiede».

L’attrice romana, della Magliana, duetta con Zerocalcare: «Gabriele, sul set di Lo chiamavano Jeeg Robot, mi parlava di te; ti stima davvero e mi ha fatto leggere i tuoi lavori, mi diceva quanto sei bravo e ha ragione». 

Zerocalcare, che ha sempre speso parole entusiaste per Lo Chiamavano Jeeg Robot, risponde ricambiando: «Ti ho vista al cinema e sei brava».

Con Michele scherza su La profezia dell’armadillo: «Un film nato da un mio libro, che ho contribuito a sceneggiare, ma che comunque non sento proprio mio», come a voler sottolineare che il fumetto resta la sua comfort zone, il linguaggio nel quale si riconosce di più.

«Lo Chiamavano Jeeg Robot – racconta Ilenia – mi ha indubbiamente cambiato la vita. Dopo il Grande Fratello, quando ancora non sapevo bene cosa avrei fatto da grande, è arrivato questo film, un progetto sul quale Gabriele Mainetti aveva investito sette anni. Ed è stata un’esperienza straordinaria poterne far parte».

«Il primo a credere in me è stato Nicola Guaglianone, che di Jeeg Robot ha curato il soggetto e – assieme a Menotti – la sceneggiatura.  Da buon insonne, seguiva le dirette del Grande Fratello del 2011 al quale ho partecipato, cucendomi addosso, mi ha raccontato poi, il personaggio di Alessia».

Tra gli aneddoti del suo esordio, da segnalare il suo rapporto con una figura professionale fondamentale per la realizzazione di un film: la segretaria di edizione.

«È la persona che, pensando al montaggio, si assicura che tutti i ciak di una scena siano uniformi tra loro. Per poterlo essere occorre che gesti, tic, espressioni e tono di voce siano tra loro ripetuti esattamente allo stesso modo tutte le volte che la scena viene girata. Il momento in cui devi ripetere i gesti, magari di una sequenza intensa, nella quale ad esempio devi piangere, è quello nel quale la recitazione smette di essere un bellissimo gioco e diventa un lavoro».

L’indole che incontra la tecnica, in un momento di sintesi che produce cinema.

Così come l’evento straordinario trasforma l’uomo della strada in supereroe, anche il suo percorso è stato segnato da un episodio fondamentale: la vittoria nel 2016, da esordiente, del David di Donatello come Miglior attrice.

«Vincere quel premio è stato incredibile. Prima di me lo avevano vinto donne e attrici straordinarie come Gina Lollobrigida, Anna Magnani o Sofia Loren; e tante colleghe lo meritavano quanto me. Per questo ho capito che aver avuto un simile riconoscimento, oltre ad un onore enorme, fosse anche una grande responsabilità. Qualcosa che mi doveva spingere a scegliere con cura i film che avrei fatto successivamente».

Nel 2018, arriva Carlo Verdone che la vuole con lui in Benedetta Follia: «Carlo per me è un mito, un patrimonio per il nostro cinema; e lavorare con lui, conoscendo i suoi film a memoria, è stata una bellissima esperienza».

«Carlo, come anche Gabriele, lascia libertà ai propri attori facendo sì che quello che vuole arrivi in modo naturale. Non si tratta di un invito all’improvvisazione, impossibile – avendo un copione da seguire scrupolosamente – ma più a personalizzare, a ricercare una forma di incontro tra attore e copione».

Lo scorso anno un nuovo successo: Non ci resta che il crimine, commedia di Massimiliano Bruno.

«Mi sono trovata a lavorare con attori straordinari come Alessandro Gassmann, Marco Giallini, Gianmarco Tognazzi e Edoardo Leo, che mi hanno fatta sentire a mio agio. Lavorare con loro è stato divertente, come è stato interessante toccare un tema, come quello della Banda della Magliana, diventato iconico grazie al lavoro fatto da Stefano Sollima in Romanzo Criminale»

Il prossimo futuro la vedrà tra le protagoniste di Brave Ragazze, una commedia nera diretta da Michela Andreozzi che uscirà a fine anno: «Si parte da un fatto di cronaca vera – racconta – quattro donne francesi che si danno al crimine, riportando quell’evento in Italia, a Gaeta».

Mentre il sole illumina di rosso il mare e il palco delle Dive, l’appuntamento è con un’altra attrice.

Oggi, 6 luglio, la protagonista sarà Isabella Ragonese, alle 19:30. La serata invece, sarà dedicata a Zerocalcare e Giacomo Bevilacqua, che con armadilli e panda – i loro rispettivi personaggi guida – parleranno di fumetti e animazione, tra volumi pubblicati e progetti futuri.

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