Nel corso di questo 2024, l’universo di Batman si è espanso con tre nuovi spin-off che, pur seguendo percorsi narrativi distinti, condividono un sorprendente filo conduttore.
L’anno corrente celebra infatti l’85° anniversario di Batman, e per l’occasione sono stati rilasciati diversi progetti legati all’universo del Cavaliere Oscuro, che approfondiscono una tematica comune: l’eredità e il potere dei simboli. Stiamo parlando dello spinoff televisivo The Penguin, che si colloca tra gli eventi del film The Batman di Matt Reeves e il suo sequel in arrivo; Joker: Folie à Deux, il sequel del film del 2019 che esplora le conseguenze della trasformazione di Arthur Fleck nel Joker; infine, il romanzo Batman: Resurrection di John Jackson Miller, che colma il divario tra il Batman del 1989 di Tim Burton e il suo sequel Batman Returns.
Andiamo con ordine: The Penguin, ambientato in una Gotham City devastata dall’alluvione causata dall’Enigmista, si concentra sui tentativi di Oswald Cobblepot (Il Pinguino) nel crcare di consolidare il suo suo potere sulla città. Anche se il villain interpretato da Paul Dano è stato arrestato, la sua influenza non si è estinta: una parte dei cittadini continua a portare avanti la sua ideologia, indossando i suoi abiti distintivi e perpetuando la violenza tra le strade di Gotham. In questo modo, l’eredità dell’Enigmista continua a vivere, dimostrando come abbia portato nuove minacce nella città di Batman.
Allo stesso modo, Joker: Folie à Deux indaga le conseguenze dell’ascesa di Joker come simbolo a Gotham. Nonostante Arthur Fleck sembri abbandonare la maschera del clown in questo sequel, il suo impatto si rivela duraturo e drammatico. Il film culmina proprio con uno dei suoi seguaci che lo uccide, solo per autoinfliggersi le stesse cicatrici facciali, suggerendo che prenderà il suo posto come nuovo Joker. Questo passaggio di testimone enfatizza ancora una volta il concetto di eredità: il Joker non è solo una persona, ma un simbolo che continua a vivere attraverso chi ne raccoglie l’essenza.
Anche nel romanzo Batman: Resurrection, il tema dell’eredità è altrettanto forte. La storia si svolge dopo la morte del Joker nel primo film di Burton, con Gotham ancora sconvolta dalle conseguenze della sua folle ondata di crimini. I cittadini di Gotham continuano a subire l’impatto del gas Smylex del Joker, che ha seminato il terrore nella città. Questo trauma collettivo contribuisce involontariamente alla creazione di nuovi nemici, come il villain Clayface, dimostrando come gli atti del Joker abbiano creato un’eredità distruttiva che persiste anche dopo la sua morte.
Questi tre progetti si soffermano su come l’universo di Batman continui a esplorare la resilienza dei simboli. L’idea che Batman o Joker rappresentino molto più di un singolo individuo era già stata ampiamente sviluppata nella trilogia di Christopher Nolan. In Batman Begins (2005), Bruce Wayne crea il personaggio di Batman per diventare un simbolo incorruttibile, capace di instillare paura nei criminali di Gotham. Tuttavia, in The Dark Knight (2008), Batman decide di sacrificare la propria reputazione, assumendosi la colpa dei crimini di Harvey Dent per proteggere l’immagine di quest’ultimo. Questo atto corrompe temporaneamente il simbolo di Batman, ma la sua eredità viene restaurata in The Dark Knight Rises (2012), quando Bruce passa il mantello a John Blake, il Robin della trilogia di Nolan.
Ancora oggi, dunque, Batman e i suoi avversari continuano a dimostrare che non siano solo uomini, ma simboli viventi, in grado di sopravvivere alle loro morti fisiche. I concetti di eredità, memoria e influenza personale attraversano questi racconti, confermando ancora una volta l’importanza delle icone nella mitologia del Cavaliere Oscuro.
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Fonte: ScreenRant
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