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«Non li ucciderei mai sullo schermo»: Quentin Tarantino mette un limite alla violenza dei suoi film

Il leggendario regista ha criticato senza mezzi termini un'abitudine ancora presente nel mondo del cinema

«Non li ucciderei mai sullo schermo»: Quentin Tarantino mette un limite alla violenza dei suoi film

Il leggendario regista ha criticato senza mezzi termini un'abitudine ancora presente nel mondo del cinema

quentin tarantino

Quentin Tarantino è tornato a parlare del suo rapporto con la violenza rappresentata sul grande schermo, elemento dal quale ha tratto una delle maggiori cifre stilistiche, affermandolo come uno dei suoi maggior tratti distintivi.

Il leggendario regista è recentemente tornato sul tema, approfondendo il ruolo della violenza nella sua cinematografia. Tarantino infatti ha sempre portato all’eccesso le sequenze ad alto tasso di sangue, un retaggio del cinema d’exploitation da lui tanto amato, non esitando a definirle scioccanti e divertenti:

Mi piacciono i film violenti, come altri amano la commedia slapstick o il musical, a me divertono i film violenti. È un modo per godersi la storia, inoltre mi piace dare al pubblico una scarica di adrenalina.

L’intensa violenza presente nei suoi film è sempre stata concepita per essere “eccessiva in modo divertente“, non approcciandola mai come un elemento scioccante o indirizzato a suscitare repulsione. Il regista tuttavia si è poi espresso su quei sentieri cinematografici che non ha alcun interesse a percorrere. Se la violenza estrema per certi versi non sembra turbarlo affatto, c’è una forma di violenza particolare che condanna aspramente senza mezzi termini:

L’unica cosa che ho mai visto in un film – e che non avrei mai voluto vedere – è la vera morte dell’animale nella vita reale, che si tratti di un cane, un lama o degli insetti. È una soglia che non posso assolutamente attraversare. E so che in molti film europei e asiatici lo fanno, e l’abbiamo fatto anche in America per un bel po’ di tempo. Ma io non li ucciderei mai sullo schermo. I film parlano di finzione…e non credo ci sia posto in un film per la morte vera.

Tarantino ha poi ampliato il suo pensiero offrendo una riflessione tra la violenza visiva e quella reale:

Se degli umani muoiono sullo schermo, sai che non è vero. Sai che il sangue non è vero e che le persone non si fanno male sul serio. Agli animali non importa nulla del tuo film, e io non pagherei mai per vedere uno snuff movie. Il cinema è come i giochi dei bambini, fare finta ed è bello proprio perché appartiene tutto al mondo della fantasia. Spesso mi arrabbio con le scene violente, ma solo perché sono girate o scritte male, e questa è un’altra storia.

Il regista intanto si appresta a iniziare la produzione di The Movie Critic, l’atteso film che dovrebbe segnare il suo ritiro dal mondo del cinema. È stato confermato che il film sarà ambientato nella Los Angeles del 1977, nel pieno del periodo conosciuto come “Nuova Hollywood”, che ha visto l’avvio della carriera di registi come Martin Scorsese, Steven Spielberg, George Lucas, Francis Ford Coppola e Brian De Palma.

Come più volte ribadito dallo stesso Tarantino, quel periodo ha segnato l’immaginario cinematografico del filmmaker allora adolescente. Non stupirebbe quindi se The Movie Critic si rivelasse – come e più delle altre opere del regista – come una vera e propria lettera d’amore verso la Hollywood di fine anni ’70.

Cosa ne pensate delle parole di Quentin Tarantino? Fatecelo sapere nei commenti!

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Foto: Daniele Venturelli / GettyImages

Fonte: SlashFilm

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