Il fenomeno Cinquanta sfumature va analizzato più in profondità dei risultati di superficie. Se è vero che il film ha aperto in America con un impressionante record di 81 milioni di dollari, nel secondo weekend la caduta è stata del 73%, complice un passaparola indubbiamente negativo.
I 500 milioni di dollari incassati nel mondo, dunque, sono un risultato più che apprezzabile, ma tutto sommato ridimensionato alla luce di questa considerazione, complice anche il fatto che la pellicola è stata una produzione dai costi più bassi degli introiti. Alla luce della performance al box office, del costante battibecco tra l’autrice dei romanzi E.L.James e la regista Sam Taylor-Johnson, e complice anche la mancanza di chimica tra Jamie Dornan e Dakota Johnson, ora che il sequel ha una tabella di marcia da rispettare, le star hanno chiesto un aumento. E anche esoso.
I 250 mila dollari ciascuno non sono dunque bastati alla coppia Dakota-Dornan, unita in questo momento dall’interesse economico e dal peso sul loro curriculum di aver recitato in una pellicola non particolarmente apprezzata nel settore. Per riparare a una “macchia” così grossa e sfruttare la redditività della pellicola, sembrerebbe dunque che la leva sul cachet sia l’unica soluzione: la strategia è stata d’altro canto usata sia dagli attori di Twilight, sia da Jennifer Lawrence, passata dai 500 mila dollari del primo Hunger Games ai 10 milioni del secondo. Anche se lì, bisogna ammetterlo, c’era un apprezzamento ben diverso da parte dei fan.
Considerato che il budget per i sequel non sarà superiore ai 40 milioni, ce la faranno i due protagonisti?
Fonte: Collider
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