Clara Maria Alonso, ragazza argentina con un’attitudine per il canto, circa dieci anni fa fece con un provino con la Disney che le cambiò la vita. Fu scelta per interpretare Angela “Angie” Saramego in Violetta, la zia che la protagonista non sapeva di avere, divenne un volto popolarissimo tra i teenager e conobbe in quell’occasione il fidanzato, l’attore Diego Domínguez. A molti anni di distanza da quell’ingresso nel mondo dello spettacolo dalla porta principale, Clara continua a macinare sogni e speranze con solarità e simpatia, fedele alle sue origini argentine ma proiettata in Europa: vive da un anno e mezzo a Madrid col suo compagno, ha quasi due milioni di followers su Instagram e la sua strada sembra sempre più legata all’Italia, paese del quale padroneggia la lingua in maniera fluente. Tant’è, dopo la vittoria al talent di ballo Dance dance dance, la vedremo in sala ne Il tuttofare, esordio alla regia di Valerio Attanasio, dove interpreta Isabel, giovane amante sudamericana del prof. Bellastella interpretato da Sergio Castellitto, penalista e barone universitario viscido e con più di uno scheletro nell’armadio. Per una serie di vicissitudini Isabel si troverà costretta, per ottenere la cittadinanza italiana, a sposare Antonio (Guglielmo Poggi), giovane assistente tuttofare dell’opportunista professore…
Come ti sei imbattuta in questo progetto?
«La produzione cercava una ragazza latinoamericana. Volevano che mandassi il provino su Internet attraverso un breve video, ma io ho preso un treno per Roma e sono andata a fare questo provino di persona. Arrivata lì, mi sono cambiata completamente d’abito, perché a volte la gente si fa influenzare troppo dal tuo aspetto reale quando ti proponi per un ruolo, mentre io volevo aderire completamente al personaggio di Isabel e a come si sarebbe vestita lei. Sono tornata a Milano solo due ore dopo e mi hanno detto subito che ero stata presa!».
Che film è Il tuttofare?
«Credo molto in questo progetto, ne sono entusiasta. Ha delle premesse tragiche ma poi si fa comico, potremmo dire che è talmente tanto drammatico che col passare dei minuti diventa una commedia. Ha uno humour molto intelligente e credo che tutti gli attori, anche quelli alle prese con ruoli minori, abbiano fatto un lavoro molto sottile». […]
L’intervista completa è pubblicata su Best Movie di aprile, in edicola dal 3 aprile
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