Colin Firth i Take That e Taron Egerton a Roma per Kingsman – Secret Service
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Colin Firth i Take That e Taron Egerton a Roma per Kingsman – Secret Service

I protagonisti e gli autori della colonna sonora hanno presentato alla stampa italiana il nuovo film di Matthew Vaughn, in uscita in Italia il prossimo 25 febbraio

Colin Firth i Take That e Taron Egerton a Roma per Kingsman – Secret Service

I protagonisti e gli autori della colonna sonora hanno presentato alla stampa italiana il nuovo film di Matthew Vaughn, in uscita in Italia il prossimo 25 febbraio

Tratto da The Secret Service una graphic novel ideata da Mark Millar e dal regista del film, Matthew Vaughn, Kingsman – Secret Service è una spy story a metà fra 007 e X-Men, che dosa intelligentemente autoironia, humor e scontri in salsa Kick-Ass. Protagonisti nei panni di agenti segreti sopra le righe Colin Firth e Taron Egerton, giovane promessa del cinema british che vedremo presto in Legend al fianco di Tom Hardy. Presenti in conferenza anche i Take That (Gary Barlow, Mark Owen e Howard Donald) che hanno partecipato alla colonna sonora del film con il brano Get ready for it. Ecco cosa ci hanno raccontato:

Sognavi di essere una spia da bambino?

Colin Firth Si, chi non vorrebbe esserlo! Certo, non sarei stato il migliore, ma è una fantasia comune soprattutto per quelli della mia generazione. Una missione segreta da svolgere, chi non vorrebbe!

Come definireste questo film?

Taron Egerton Un film stile James Bond con Roger Moore, ma ambientato nel 2015. Ha molte qualità in comune con i vecchi film di 007. C’è l’aspetto cinematografico, teatrale, comico tipico di quel tipo di spy story che mancava da tanto tempo.

Pensi che sia possibile che i Kingsman, o simili associazioni di spionaggio, esistano nel mondo reale?

CF Ritengo che una storia come questa sia qualcosa che si vede solo nel mondo della fantasia. A parte la realtà accentuata di Bond qui c’è l’elemento dei cavalieri della tavola rotonda, per questo non credo esistano organizzazioni di questo tipo, delle società segrete con armi e fondi infiniti. Se esistessero, sarei spaventato a morte!

Considerato il regista vi sentite più personaggi di un fumetto o di un romanzo?

TE In realtà Kingsman – Secret Service non rientra in nessuna delle due categorie. C’è un qualcosa di teatrale, d’iperstilizzato, e le scene di combattimento sarebbero impossibili da realizzare in un contesto reale. Inoltre va anche oltre il mondo di James bond, perché è più colorato. Insomma, un mix di elementi che non può rientrare in una sola categoria. 

CF Ci sono molti punti di riferimento culturali sui quali il film gioca, attingendo da altri generi ma nulla dal mondo reale.

Mark Owen Da cantante vorrei aggiungere che con le scene di combattimento finalmente gli attori hanno capito cosa facciamo noi da 20 anni. Imparare le coreografie e metterle in atto nei video!

Come vi siete sentiti e come vi siete approcciati al tema musicale del film?

Gary Barlow Questo è il terzo film con cui collaboriamo con il regista, dopo Stardust e X-Men l’inizio. Ad aprile abbiamo visto una prima versione in cui mancavano i visual effects, perché era una versione preliminare della pellicola, ma è stata sufficiente per capire il ritmo, il montaggio e l’intenzione stessa del film.

Il suo personaggio non perde mai la calma, ma nella vita reale c’è qualcosa che ti fa perdere le staffe?

CF Decisamente, soprattutto l’Arsenal negli ultimi anni ha compromesso molto la mia compostezza. Apparentemente sono una persona tranquilla, paziente e composta, ma in realtà non è così. Una delle gioie del mio lavoro è di poter interpretare personaggi che vorrei essere, a volte invece degli uomini che sono felice di non essere. L’idea della compostezza si dice appartenga ai britannici, ma credo che non sia una definizione che corrisponde alla realtà, te ne rendi conto se vai a un concerto dei Take That o a una partita di calcio.

Uno degli elementi centrali del film è la sfera hi-tech. Che rapporto avete con la tecnologia?

TE Una cosa di cui sono diventato cosciente dopo aver fatto questo film, che analizza proprio il nostro rapporto con la tecnologia, è che sto sempre sui social e rimango ore connesso a Twitter, o Facebook, a leggere schifezze che non mi interessano! Sono terrorizzato della dipendenza dai social media.

CF Non sono mai stato su Twitter, non so neanche cosa sia un hashtag! Ma è indubbio il potere dei social media oggi. La mia paura è che dettino i tempi delle nostre relazioni, ma hanno al contempo il potere di democratizzare e di rendere creativi. Oggi ad esempio si può realizzare un film con un iPhone! C’è tanto potenziale ma dobbiamo ricordarci di guardare il mondo intorno a noi. Ero a Venezia qualche giorno fa, uno dei posti più belli del mondo, ed erano tutti li a fare foto e non godersi il momento. Bisognerebbe ricordare di godersi la vita senza fissare troppo gli schermi degli smartphone.

GB Noi dei Take That siamo tutti su Twitter, credo che sia divertente e un modo brillante di parlare e dialogare con le persone, educarsi e restare in contatto. E’ una nuova area e quindi ci sono problemi, ma è un mondo nuovo, e questo mi piace.  Io ad esempio parlo con mio figlio di 14 anni via Whatsapp: “E’ pronta la cena, scendi!”.

E la conferma che ai Take That piace stare sui social arriva direttamente dal profilo Twitter di Gary Barlow, che ha twittato in diretta una foto dalla conferenza stampa di oggi (che vedete qui sotto).

 

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