Comandante: vanno a vedere il film con Favino vestiti da nazisti e scoppia la polemica [FOTO]
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Comandante: vanno a vedere il film con Favino vestiti da nazisti e scoppia la polemica [FOTO]

Il fatto si è verificato nei giorni scorsi in un cinema: ecco il racconto dell'accaduto

Comandante: vanno a vedere il film con Favino vestiti da nazisti e scoppia la polemica [FOTO]

Il fatto si è verificato nei giorni scorsi in un cinema: ecco il racconto dell'accaduto

Comandante Favino

In un cinema di Spilimbergo, in provincia di Pordenone, delle persone si sono recate al cinema per vedere Comandante indossando la divisa nazista dell’epoca. 

L’accaduto, verificatosi qualche sera fa e riportato dal Messaggero Veneto, oltre che da altre testate italiane locali e nazionali, è stato riportato su Facebook da un esponente locale di Fratelli d’Italia, Bruno Cinque, che ha fatto presente come la circostanza sia da ricondurre a una rievocazione a carattere storico. Scrive Cinque, membro anche dell’associazione Erasmo da Rotterdam:

«Questa sera durante la proiezione del film Comandante abbiamo presenziato per una comparsa scenica con alcuni elementi delle associazioni d’arma e alcuni amici che fanno parte di un gruppo storico, esibendoci con varie divise di soldati tedeschi, inglesi, italiani e partigiani.»

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Il gruppo di figuranti ha presenziato alla proiezione organizzata dall’associazione Il circolo lo scorso 5 dicembre. Il fatto ha però trovato un’eco sui social network e il mondo politico si è diviso sull’opportunità di tale scelta. Il segretario regionale di Sinistra italiana, Sebastiano Badin, ha annunciato che sarà presentata un’interrogazione parlamentare per fare luce sull’accaduto. 

Scrive la delegazione regionale del partito:

«A questi figuranti nostalgici casualmente non passa mai per la testa di vestirsi da soldati dell’Armata Rossa, da Angloamericani o da Jugoslavi ma cascano sempre nelle uniformi nazifasciste. Il tutto con la complicità idelogica della giunta comunale e con la scusa di un film che lava le coscienze con lo stereotipo degli “italiani brava gente” come se rastrellamenti, colonialismo, armi chimiche non abbiano fatto parte della storia più buia delle nostre forze armate.»

Sul caso è intervenuto il presidente dell’associazione Tergeste Historica, Riccardo Craba, di cui i figuranti fanno parte: 

«Siamo stati invitati dagli organizzatori dell’evento, che hanno esplicitamente richiesto la nostra presenza in uniforme storica assieme ad altri rievocatori. La nostra missione è meramente educativa e culturale, e non rappresentativa di ideologie, oltre al fatto che nella nostra associazione fanno parte persone della comunità LGBTQ+ e di origine e religione ebraica. Tergeste Historica è un’associazione storico culturale legalmente riconosciuta, apartitica e apolitica, di rievocazione storica con tema l’esercito tedesco nel ‘900, nello specifico rappresentiamo la seconda guerra mondiale.»

La sinossi ufficiale di Comandante, diretto da Edoardo De Angelis e uscito in sala lo scorso 30 ottobre, dopo aver aperto l’80esima Mostra del Cinema di Venezia, recita: 

All’inizio della Seconda guerra mondiale Salvatore Todaro (Pierfrancesco Favino) comanda il sommergibile Cappellini della Regia Marina. Nell’ottobre del 1940, mentre naviga in Atlantico, nel buio della notte si profila la sagoma di un mercantile che viaggia a luci spente, il Kabalo, che in seguito si scoprirà di nazionalità belga e carico di materiale bellico inglese, che apre improvvisamente il fuoco contro il sommergibile e l’equipaggio italiano. Scoppia una breve ma violenta battaglia nella quale Todaro affonda il mercantile a colpi di cannone. Ed è a questo punto che il Comandante prende una decisione destinata a fare la storia: salvare i 26 naufraghi belgi condannati ad affogare in mezzo all’oceano per sbarcarli nel porto sicuro più vicino, come previsto dalla legge del mare. Per accoglierli a bordo è costretto a navigare in emersione per tre giorni, rendendosi visibile alle forze nemiche e mettendo a repentaglio la sua vita e quella dei suoi uomini. Quando il capitano del Kabalo, sbarcando nella baia di Santa Maria delle Azzorre, gli chiede perché si sia esposto a un tale rischio contravvenendo alle direttive del suo stesso comando, Salvatore Todaro risponde con le parole che lo hanno reso una leggenda: “Perché noi siamo italiani”.

Fonte: Ansa, Pordenone Today, Open

Foto: Indigo Film/Rai Cinema/01 Distribution

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