I casi del destino. Alla stessa ora, sullo stesso piano, dello stesso hotel (e nemmeno uno dei più centrali) vanno in scena le interviste di Warrior, Conan e The devil’s double, e ogni volta che un incontro finisce e inizia il successivo, tutti si ritrovano su un pianerottolo di fronte agli ascensori: Tom Hardy, Joel Edgerton, Jason Momoa e Dominic Cooper. Fa in particolare un certo effetto vedere vicini Jason e Tom, ovvero il futuro Conan e il futuro Bane, villain di Batman in The Dark Knight Rises. Il primo, elegantissimo, tutto vestito di nero, alto quasi due metri, sembra un indossatore reduce da una passerella. Il secondo, più basso di una spanna, tarchiato come un bisonte e con addosso un giubbetto jeans e un cappellino da tennis, sembra piuttosto reduce da una rissa in un pub irlandese. Se dovessero fare a botte, onestamente punterei su Tom.
Quando cominciamo a parlare di Warrior, storia della rivalità tra due fratelli che si consuma su un ring a colpi di MMA (Mixed Martial Art, disciplina che ne mischia molte altre), entrambi si soffermano sulla durezza degli allenamenti: “Per mesi ci siamo alzati alle 7 di mattina allenandoci fino a metà pomeriggio. Mangiavamo pollo ogni tre ore”.
Nel film Joel – australiano, lanciato dal bellissimo thriller Animal Kingdom – interpreta il fratello con la testa sulle spalle di una famiglia di tre uomini (il terzo è il padre, interpretato da Nick Nolte), in cui Tom è invece il figliol prodigo, un reduce ritornato in famiglia all’improvviso dopo averla abbandonata per anni. E tuttavia riaccolto a braccia aperte dal padre che decide di allenarlo per un torneo di MMA cui partecipa anche il fratello.
“Lavorare in questo genere di film, rispetto a uno come Batman, è parecchio diverso. C’è sicuramente molto più tempo per lavorare sui personaggi e sullo script, sei maggiormente coinvolto in tutto il processo” racconta Tom. “Quando fai Batman ti danno in mano un copione e di lì a poco vai in scena. È una cosa gigantesca, i set sembrano degli aeroporti. Quando arrivi tutti cominciano a indicarti con la mano e tu sei ‘il cattivo di Batman‘ e applaudono e tu alzi le braccia come per festeggiare (ride). Praticamente ti si apre un corridoio umano davanti… Insomma, è sempre lo stesso sport, ma sono decisamente due cose diverse”.
Nick Nolte non è a San Diego, ma l’emozione di Tom, quando ne parla – con i modi teatrali, tutto occhi splancati e gesticolare di mani, che il suo passato da teatrante gli ha lasciato – è palpabile: “lui è uno della generazione degli anni 70: la new Hollywood di Pacino, De Niro, Hackman. È semplicemente parte del mito per chi fa questo mestiere, e lavorare con lui fa davvero la differenza”.
Reduce da Inception, con Warrior pronto (in Italia uscirà a ottobre) e in piena lavorazione del nuovo Batman, Tom Hardy è ormai pronto per l’Olimpo hollywoodiano. Chi ancora lo conosce poco, lo può anche riscoprire nel capolavoro di Nicolas Winding Refn ‘Bronson‘, da poco pubblicato in dvd anche qui da noi dalla One Movie. E lo troverete pure su Best Movie di agosto, dove gli dedicheremo un profilo.
Comic-Con 2011: faccia a faccia con Tom Hardy, tra Warrior e The Dark Knight Rises
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