18:20: le domande sono finite e il wi-fi funziona a scatti (lavorare dalla Hall H è un incubo, lasciatecelo dire), e anche il panel di The Amazing Spider-Man 2 si va a concludere – e con esso la nostra giornata. Vi diamo appuntamento a domani, sperando di riuscire a entrare nella ormai famigerata Hall H un po’ prima di quanto siamo riusciti a fare oggi (ci metteremo in coda alle 4 del mattino invece che alle 5) e che la tecnologia ci sia più amica. Buonanotte!
18:17: Andrew Garfield dichiara candidamente «vorrei vedere Spider-Man con gli Avengers». E aggiunge: «La prima volta che ho incontrato Stan Lee, che è una persona incredibilmente iconica, è stato come essere nella stessa stanza di Topolino».
18:15: «Electro si può spostare in giro per la città passando per le prese elettriche». Marc Webb ci rivela una cosina interessante sul nuovo villain…
18:12: mentre Jamie Foxx definisce Electro «il primo nero della storia ad avere un riporto», una domanda per Marc Webb: «C’è troppa roba in questo film?». Risposta: «C’è un solo villain, Electro, e a parte questo c’è esattamente la quantità di roba che deve esserci».
18:05: domanda dal pubblico da parte di un tizio vestito da Superman. In sottofondo, Jamie Foxx canticchia la colonna sonora di Superman. Anche qui, si finisce in delirio.
18:03: «Spider-Man è il fratello maggiore, Peter Parker il minore, quello che vive nell’ombra del più grande; e la cosa lo irrita». Garfield spiega chi sono per lui le due identità del suo personaggio.
18:00: domanda ad Andrew Garfield riguardo alle sue dichiarazioni sulla possibilità di fare Peter Parker gay: «È stato difficile prendere questa posizione?». Risposta: «Sono solo un attore, ma quello che posso dire è che non avrebbe senso che nel terzo film diventassi improvvisamente gay o, per esempio, nero (detto di fianco a Jamie Foxx…, ndr). Ho fatto quelle dichiarazioni molto in generale, erano riflessioni generiche, non riferite alla mia saga. Spidey è un eroe prima di tutto».
17:59: «Tobey Maguire era una sex machine e Spidey sarà sempre e solo lui!» dichiara Andrew Garfield.
17:56: cinque minuti di footage in esclusiva! Un po’ di green screen ed effetti incompleti, un po’ di storyboard intervallati a girato vero e proprio, ma anche parecchia roba interessante: la genesi di Electro, uno sguardo a Paul Giamatti/Rhino, e soprattutto tanto, tantissimo spettacolo, con interi quartieri della città distrutti da Electro e parecchi virtuosismi registici. Visto così, il film promette bene. Sembra che lo spazio dedicato a Jamie Foxx e allo sviluppo del suo personaggio sarà parecchio.
17:51: «Ora che mi sono levato dalle scatole la origin story posso esplorare i personaggi come voglio, mi sono sentito finalmente libero» dice Marc Webb. Che aggiunge: «All’inizio di TASM2, Spider-Man si diverte un sacco a essere Spidey, al punto che comincia a menarsela un po’ troppo».
17:50: la prima volta che vediamo Electro nel film è il giorno del suo compleanno. Lo dice Djamie Foxx.
17:48: «Quando mia figlia ha saputo che avrei fatto il cattivo in TASM2 mi ha detto: “Papà, Spider-Man ti prenderà a calci in culo”». Parola di Djan… ehm, Jamie Foxx.
17:48: Spider-Man ci saluta. È il momento di Andrew?
17:45: si prosegue con l’intervista a Spider-Man. Deve fare caldo dentro quel costume. Anche se ci viene il sospetto che lì sotto non ci sia Garfield, a questo punto.
17:44: duetto vocale tra Spider-Man (Garfield ancora non si è tolto il costume) e Jamie Foxx che fa il beatbox. Delirio.
17:43: niente Emma Stone, ahinoi, che ha lasciato un messaggio video, ma Jamie Foxx sì!
17:40: Spider-Man è finalmente sul palco. Mascherato. Persino la sua nametag è “Spider-Man” e non “Andrew Garfield”.
17:38: salgono sul palco il regista Marc Webb, il produttore Avi Arad, Dane DeHaan e Andrew Garfield. Teoricamente. Solo che non si vede. Nel senso: era prevista una presentazione video e un ingresso trionfale di Garfield, solo che lui non si vede, sballando tutte le tempistiche…
17:37: comincia il panel di TASM2 (permetteteci di usare la sigla, è più comoda per il liveblogging). Hanno fatto le cose in grande: invece di un singolo schermo per proiettare le clip ne usano TRE.
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